La Keystone (Keystone Pictures Studio casa di produzione con sede nel distretto storico di Los Angeles chiamato Edendale, fondata nel 1912 e attiva fino ai primi anni trenta), nel periodo epico e pionieristico degli albori del cinema, fu la più prolifica nel genere comico.
Con soluzioni comiche e cinematografiche ancora oggi famosissime, soprattutto grazie al suo direttore, Mack Sennett, anima, leader indiscusso e artefice di centinaia e centinaia di cortometraggi (che in Italia chiamiamo comiche), la Keystone produceva, in puro stile slapstick, commedie semplici, anche rozze, dalla comicità grossolana, ma dal grande successo commerciale, caratterizzate da caos, velocità, azione costante e forsennata, senza dare un attimo di tregua allo spettatore, che non doveva avere il tempo di pensare.
Sennett aveva preso il genere slapstick, nato e sviluppato in Francia e in Italia, e l’aveva trasformato in una macchina per far soldi, tanto che gli studios Keystone divennero una città nella città, per dimensioni e importanza, arrivando a dare lavoro a più di mille persone.
I film comici di Sennett erano caratterizzati dal non-sense, da una sarabanda a ritmi serrati di botte, calci, pugni, sberle, cadute, voli, rimbalzi e, soprattutto, dai classici inseguimenti e dalle torte in faccia. Le gag erano disordinate, rozze, i personaggi lottavano contro gli oggetti spiritati, si dava l’illusione di un mondo scomposto e ricostruito alla rovescia, allo stesso tempo sovversivo e liberatorio, dove anche i poveri potevano avere la consolazione di vedere i ricchi subire il danno e la beffa.
Personaggi ricorrenti in questi film erano i Keystone Cops, poliziotti imbranati e scalmanati impegnati in cacce e rincorse dietro a malviventi, che non acciuffavano mai, e le Bathing Beauties, belle ragazze puramente decorative, che trasgredivano le regole del pudore femminile dell’epoca. Quando i costumi da bagno coprivano il corpo dal collo alle caviglie, Sennett fece tagliare tessuto sia da sopra che da sotto, mostrando le gambe delle “bellezze al bagno” e riscuotendo un successo strepitoso.
Sennett ebbe il merito di lanciare stelle come Glorya Swanson e Virginia Fox, che debuttarono come Bathing Beauties, ma soprattutto un giovane inglese che si esibiva nel vaudeville: Charlie Chaplin, che con la Keyston realizzò i suoi primi trentacinque film. Tra le stelle di prima grandezza in forza alla Keystone c’erano geni della risata e non solo come Buster Keaton e il suo amico Roscoe “Fatty” Arbuckle e poi Harry Langdon, Ben Turpin, nonché il regista e sceneggiatore Frank Capra.
Ma l’apporto fondamentale per il cinema dato da Sennett fu quello svolto nell’elaborazione del montaggio, grazie alle scoperte realizzate in un clima di sperimentazione continua, dove il centro focale era dare e sostenere il ritmo piuttosto che la storia, verso un linguaggio cinematografico basato sul movimento.
Se Griffith, alle cui dipendenze Sennet si era formato come cineasta, era l’innovatore dal senso lineare, reale, normativo, nello sviluppo del linguaggio narrativo, con una netta divisione tra buoni e cattivi, Sennett fu quello trasgressivo, che sovvertiva i ruoli, con furfantelli che beffavano i poliziotti, che cambiava il punto di vista narrativo, che era in grado non solo di raccontare una storia, ma anche di sovvertirne il senso.
Harry Langdon lanciato dal re della commedia hollywoodiana Mack Sennett della Keystone raggiunse la fama internazionale, fino all’avvento del sonoro al quale non seppe adeguare il proprio stile di recitazione e la cui voce non era adatta, finendo per essere snobbato dallo star-system hollywoodiano e quasi dimenticato dal pubblico. Ebbe l’apice della sua carriera, intorno alla metà degli anni venti, il suo personaggio caratteristico e quello dell’uomo maturo rimasto eterno fanciullo, dalla timidezza e ingenuità disarmanti, tenero, romantico, innocente e indifeso contro la malizia del mondo, dalla faccia rotonda, bianca, che pareva disegnata. Langdon seppe rivaleggiare alla pari con le altre stelle della silent era: Charlie Chaplin, Buster Keaton, Harold Lloyd, contendendosi i favori del pubblico.
Le comiche di Sennett furono popolari, buffe, burlesche, ma anche ripetitive, infuse di clichè e gag classiche, sfruttate. Quelli che vennero dopo di lui, molti dei quali usciti dalla sua “palestra”, raffinarono lo stile, creando gag, che sfruttavano con maestria la capacità di rovesciare improvvisamente il senso delle immagini o basate su situazioni paradossali, svitate e divertenti, create su equivoci e scherzi, ma anche nobilitando le proprie pellicole giocando sulla linea tra ridicolo e tragico, come solo i migliori comici sanno fare. E tra i migliori c’era sicuramente Charlie Chaplin, genio cinematografico, artistico e creativo di altissimo livello, attore completo e di formidabile talento.
Nato professionalmente come Chas, uno dei personaggi ricorrenti dei film di Sennett, uomo elegante, ma cattivello e dispettoso, che metteva nei guai chiunque incontrasse, sviluppò il suo personaggio fino ad arrivare ad uno dei personaggi più famosi e amati dell’intero panorama cinematografico mondiale e di tutte le epoche: Charlot, tenero vagabondo, povero, ma battagliero, adorato dal pubblico e dai critici.
Nelle sue avventure Charlot vendicava i deboli e gli oppressi, e pur essendo a sua volta una vittima indifesa, riusciva sempre, in un certo modo, a vincere.
Nel dar vita a Charlot, Chaplin attinse a tutta la sua formazione artistica, che comprendeva la recitazione, la danza, la pantomima, l’arte circense e del clown, unitamente ad un’eccezionale senso dell’ironia e alla capacità di rendere perfettamente credibile la parodia.
Il risultato fu un personaggio straordinario, tenero, piccolo, goffo, fanciullesco amato da grandi e piccini, capace di sollevare il sorriso e far scendere una lacrima insieme, di arrivare dritto al cuore dello spettatore. Una sorta di piccolo eroe, un debole che vince, ma solo sul piano immaginario, e che nella vita reale rimane sconfitto facendo affiorare i risvolti tragici della vita.
Una maschera di una poesia immensa, che è parte integrante del nostro immaginario collettivo, per cui bastano una bombetta, un paio di baffetti e magari un bastone per riconoscerlo immediatamente e tornare bambini ed essere trasportati in un magico mondo.
Ma Chaplin non era solo un comico: era un attore completo, versatile e straordinario, un compositore, uno sceneggiatore e soprattutto un regista geniale, pignolo, con un’insolita sensibilità per la bellezza e il sentimento e con un tale senso per l’eleganza, che ogni movimento ricordava una danza.
Col tempo la sua arte si raffinò al punto da dedicarsi con successo anche al dramma sentimentale e sociale, dove lasciò parte della vitalità che lo caratterizzava, per raggiungere vette interpretative straordinarie, che gli portarono un successo popolare immenso.
- Storia del Cinema: cinema francese delle origini
- Storia del Cinema: albori del cinema Italiano – parte 1 – Cabiria
- Storia del cinema: le Dive – albori cinema italiano – parte 2
- Storia del cinema: l’era del muto a Hollywood
- Storia del cinema: l’era del muto a Hollywood – Il Comico – parte 2