CabiriaIl film è ambientato durante la Prima Guerra Punica e Cabiria è una bambina, figlia del ricco Batto, che viene salvata dall’eruzione dell’Etna da alcuni servitori, tra cui la nutrice Croessa. Fuggendo da Catania si dirigono verso il mare dove vengono fatti prigionieri dai pirati fenici che li vendono come schiavi a Cartagine.

moloc di cabiria
Il Moloc di Cabiria conservato al Museo del Cinema di Torino, presso la Mole Antonelliana

Cabiria è scelta per essere sacrificata al dio Moloch, ma Fulvio Axilla, un romano che vive a Cartagine con il suo schiavo Maciste, informato da Croessa, riesce a strappare la piccola dal suo destino fra le fiamme. Caduti vittima di un agguato dovono affidare Cabiria alle cure della regina Sofonisba, la sorella di Annibale, il quale sta attraversando le Alpi con le sue truppe. Dopo la salvezza di Siracusa, dovuta alla genialità di Archimede, Cabiria diventa la confidente della regina e assiste al suo suicidio proprio mentre Scipione l’Africano sconfigge i cartaginesi.

lydia quaranta cabiria
Lydia Quaranta è Cabiria da adulta

L’importanza di Cabiria nella storia del cinema è legata principalmente all’innovazione delle riprese col carrello, che Pastrone inventò e utilizzo profusamente, e alle profondità di campo, necessarie a  inquadrare e valorizzare le mastodontiche scenografie barocche.

Rappresenta la prima completa e affermazione del cinema narrativo e la padronanza del suo linguaggio, con un uso della macchina da presa che finalmente si libera della staticità dell’inquadratura fissa e inizia a muoversi all’interno di set e location colossali.

Cabiria contribuisce ad introdurre una volta per sempre i movimenti di macchina come mezzo  indispensabile del linguaggio narrativo, tanto che, nei primi tempi, le riprese fatte col carrello vennero chiamate rispettivamente riprese alla Cabiria e carrello alla Cabiria. Griffith ricorse proprio al carrello alla Cabiria per la realizzazione dei suoi più celebri lungometraggi.

Uno dei personaggi principali di Cabiria è Maciste, personaggio che conquistò totalmente il pubblico. Nato con questo film è diventato eroe ricorrente di tanti altri, un icona del cinema italiano, tanto che la parola Maciste, nel parlare comune, è usato per definire un uomo dal fisico possente e di grande forza.

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Maciste, schiavo Romano a  Cartqagine – interpretato da Bartolomeo Pagano – in Cabiria 1914

Quindi da personaggio la cui vita è ambientata nel III secolo a.C (era interpretato da Bartolomeo Pagano, attore non professionista, che prima faceva lavori di facchinaggio al porto) è diventato un eroe mitologico di straordinaria forza e bontà, protagonista di molti film del genere peplum e non solo, in voga soprattutto negli anni ’60.

L’origine del nome Maciste, attribuita a Gabriele d’Annunzio, deriva da un antichissimo soprannome del semidio Ercole e proviene dal greco mékistos superlativo di makròs (grande).

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Imponente scenografia del film Cabiria – 1914

Nonostante il successo internazionale del film di Pastrone, il ruolo del regista in Italia  resterà ancora per diverso tempo una figura di secondo piano. Oltre alla diffusa abitudine di attribuire allo sceneggiatore la paternità dell’opera cinematografica, il regista è anche sottoposto alle esigenze e al volere dei produttori, come avveniva anche negli Stati Uniti, ma in Italia, più che altrove, il suo ruolo è scavalcato dai voleri e dai capricci delle grandi dive. Sono queste a scegliere, nella maggior parte dei casi, il tipo di fotografia, l’inquadratura e la sua durata, dove posizionare la macchina da presa etc.