Storia del Cinema: il Cinematografo dei F.lli Lumière

I Fratelli Auguste e Louis Lumière sono generalmente considerati i padri del Cinema, ma in realtà negli ultimi decenni dell’800 le invenzioni legate alla ripresa/proiezione di immagini fotografiche in movimento furono molte (nel solo Regno Unito se ne contano oltre 300).
Nel 1887, precedendo le invenzioni di Thomas Alva Edison e William Kennedy Laurie Dickson e ben innanzi alla prima proiezione ufficiale del cinema avvenuta nel dicembre del 1895 ad opera dei F.lli Lumiére, il francese Louis Aimé Augustin Le Prince, che aveva studiato tecniche fotografiche presso un amico del padre, Louis Jacques Mandé Daguerre, girò una sequenza in movimento di circa 3 secondi, di un uomo che svoltava ad un angolo di strada (Man Walking Around a Corner).

Filmò poi Roundhay Garden Scene cortometraggio di 3 secondi, seconda realizzazione cinematografica di cui si abbia notizia. Filmato il 14 ottobre 1888 a Oakwood Grange, nella casa di Joseph e Sarah Whitley, a Roundhay, un sobborgo di Leeds, nel giardino si vedono Adolphe Le Prince e Sarah Whitley, rispettivamente figlio e madre di Luis, Joseph Whitley e Harriet Hartley che camminano e ridono.

Girò poi Traffic Crossing Leeds Bridge, cortometraggio del 1888 di 3 secondi, che riprende il traffico in una strada di Leeds, ripreso da una finestra al numero civico 19 di Bridge End a Leeds, vicino al ponte sul fiume Aire, dove oggi una targa commemorativa ricorda questo significativo evento della storia del Cinema, e poi Accordion Player, un cortometraggio di 2 secondi sempre del 1888 in cui si vede un un uomo che suona una fisarmonica.

Le Prince scoparve misteriosamente col suo bagaglio dal treno Digione-Parigi il 16 settembre 1890, poco prima di rendere ufficiale la sua invenzione in una proiezione al pubblico, programmata alla Jumel Mansion di New York.
Un altro sistema per realizzare e proiettare film era stato messo a punto dai fratelli tedeschi Skladonowsky, che col padre Carl viaggiavano per l’Europa Centrale proponendo spettacoli con la lanterna magica, strumento a cui si ispirarono quando inventarono il Bioscopio, proiettore cinematografico con cui riprendevano scene in movimento, da proporre ad un pubblico pagante.
I Fratelli Skladonowsky col loro Bioskop
I Fratelli Skladonowsky col loro Bioskop
ll Bioscopio, usava due bobine di 54 mm, e proiettava alternativamente un fotogramma ciascuno, cosa che permetteva una velocità 16 fotogrammi al secondo, sufficiente a creare l’illusione del movimento.
Nel luglio 1895 dopo una dimostrazione del bioscopio a Pankow un quartiere di Berlino, i dirigenti del Berlin Wintergarten Theatre music hall grande e importante teatro di varietà nel centro di Berlino, inaugurato nel 1887 e distrutto dai bombardamenti del giugno 1944, stipularono con i Skladonowsky una scrittura di 2500 goldmark, per presentare la loro invenzione il 1° novembre 1895, ben due mesi prima del debutto dei fratelli Lumiére a Parigi.
Lo spettacolo, pubblicizzato come “la più interessante invenzione dell’era moderna“, durava circa un quarto d’ora e consisteva nella proiezione di brevi cortometraggi di circa 5-6 sec. l’uno, proettati da dietro lo schermo e ripetuti un certo numero di volte, per adattarsi all’accompagnamento musicale. L’attrazione fu proposta per circa quattro settimane.

In seguito gli Skladonowsky ottennero una scrittura dalle Folies Bergére di Parigi per il gennaio successivo, ma dopo la presentazione dei Lumiére e del loro Cinematografo il contratto venne cancellato. Il sistema dei Lumiére era più agevole e di molto superiore tecnicamente a quello degli Skladonowsky, che era ingombrante, usava un sistema doppio di pellicola da 57 mm e  la  retro-proiezione.

Mr Delaware & the Boxing Kangaroo (1895) fu, tra i loro film, quello che riscosse maggior successo.
I motivi che hanno portato a considerare i Lumiére come gli inventori del Cinema sono diversi e in un certo senso gli stessi, che hanno decretato il successo del loro cinematografo.

Tra tutte le invenzioni ed esperienze legate alle immagini in movimento, compreso il Kinetoscopio di Edison, il Cinematografo dei fratelli Lumière è quella che risultava più pratica ed agevole. La pellicola era trascinata automaticamente a scatti ogni 1/25 di secondo  da un’efficiente cremagliera e la macchina da presa era una scatola di legno di dimensioni limitate, facilmente trasportabile, che cambiando una sola lente si trasformava in proiettore, senza bisogno di essere alimentata a corrente, perchè azionata da una manovella. Non più visioni individuali e monoculari, ma proiezioni frontali allo schermo, in grande, da vedere comodamente seduti insieme ad altri come a teatro, per una visione condivisa, cosa che permetteva anche guadagni più elevati per via della fruizione collettiva.

Auguste e Louis Lumière
Auguste e Louis Lumière

I fratelli Auguste e Louis Lumière erano due industriali proprietari di una grande fabbrica lionese di prodotti e pellicole fotografiche e titolari di vari brevetti.

Il padre Antoine Lumiére che aveva assistito alle proiezioni di Raynaud e aver provato il Kinetoscopio di Edison, che consentiva la visione monoculare ad un solo spettatore alla volta, in piedi, si convinse che un apparecchio che consentisse di vedere filmati come quelli di Edison, ma in una visione collettiva come quella di Raynaud, sarebbe stato sicuramente di successo e avrebbe consentito cospicui guadagni.

I figli, realizzarono in breve, una pratica ma elegante macchina da presa in legno, di dimensioni contenute, facilmente convertibile in proiettore; essa montava pellicola da 35 mm trascinata da un’innovativo sistema a cremagliera e filmava ad una velocità di 16 fotogrammi al secondo.

La rivoluzionaria macchina dei Lumiére - il Cinematografo
La rivoluzionaria macchina dei Lumiére – il Cinematografo
All’inizio il dispositivo creato doveva chiamarsi col nome latino Domitor, termine che riassume in sè gli ideali positivisti di romanticismo e fiducia nel progresso scientifico, di sogno e fantasia e di ottimismo e utopie di onnipotenza.
Osservare la vita degli altri o l’immagine di se stessi attraverso una lente, fotografarla in un filmato, fermandola per “sempre” nel tempo e poterla vedere e rivedere, era come prendersi una vittoria sul decadimento delle cose, sul passare del tempo, un’effimera “rivincita” sulla morte.

Si pensi alle immagini di attori scomparsi, come Marilyn Monroe o James Dean, che il cinema ci ripropone giovani, intatti nella loro bellezza, che non subisce il decadimento dell’età e del passare del tempo, rinnovandone continuamente il mito.

Locandina dell'anteprima del Cinematografo dei F.lli Lumière, avvenuto al salon Indien del Gran Cafè di Parigi
Locandina dell’anteprima del Cinematografo dei F.lli Lumière, avvenuto al Salon Indien del Gran Cafè di Parigi, il 28 dicembre 1895.
Il nome con cui presentarono al mondo la loro creazione, fu però Cinematografo, dall’unione di due parole greche kinema e grapho che significano rispettivamente movimento e descrizione. Lo stesso nome, in seguito, andrà a designare non solo la “settima arte” e la sua tecnica, ma anche il luogo deputato alla visione di questi spettacoli, termine che gìa dai primi del novecento sarà sempre più spesso contratto in cinema e in Italia addirittura in cine.
Il Cinematografo debutta ufficilmente il 28 dicembre 1895 nella prima proiezione pubblica al Salon Indien del Grand Café di Parigi in Boulevard des Capucines 14.

Il programma consisteva in uno show della durata di circa 25 minuti, durante i quali vennero proiettati dieci film: costo del biglietto 1 franco.

https://www.youtube.com/watch?v=jrBNCpzOoVk

Il primo film proiettato dai fratelli Louis e Auguste Lumière, il 28 dicembre 1895, al pubblico del Gran Cafè del Boulevard des Capucines a Parigi: La Sortie des usines Lumière (L’uscita dalle officine Lumière a Lione), girato nel marzo 1895 a Lione in chemin Saint-Victor, successivamente ribattezzato rue du Premier-Film, via del primo film.
Contrariamente a quanto ci hanno fatto credere, “L’arrivo del treno alla stazione di la  Ciotat” non è stato il primo film proiettato dai F.lli Lumiére, infatti è stato mostrato alcuni giorni più tardi rispetto al bebutto, ai primi di gennaio del 1896, così come non c’è nessuna fotografia o testimonianza, che il pubblico presente sia fuggito in preda allo spavento di vedersi arrivare addosso un treno. L’aneddoto è una sorta di leggenda “metropolitana”, in questo caso “cinematografica”, nata negli anni ’50 e tramandata alle generazioni successive, diventando così famosa che per identificarne il fenomeno è stato coniato il termine “train effect”.

I film dei fratelli francesi riprendevano scene di vita quatidiana dal vero, come in  “L’Uscita dalle officine Lumiére” o “L’arrivo del treno alla stazione della Ciotat“, nel quale la posizione diagonale della cinepresa, rispetto al binario, permette di vedere in grande profondità di campo la locomotiva, che arriva da lontano e sembra invadere lo spettatore.

Le persone che apparivano erano parenti, amici, operai della fabbrica o semplici passanti, perchè la gente si sentiva gratifcata di essere ripresa, spesso si metteva in posa, andava a vedere il film per rivedersi e portava con se parenti e amici.

Si trattava delle cosiddette “vedute animate” delle durate di un caricatore di pellicola, circa 50 secondi, nelle quali lo spettatore era interessato al movimento, alla visione di  luoghi sconosciuti, a guardare amici o se stessi – le persone ritratte erano invitate a riguardarsi alla proiezione pubblica (“auto-rappresentazione”) -, all’osservare senza essere visto. Nè i registi, nè il pubblico era ancora pronti alla rappresentazione di vere o proprie vicende, come a teatro.

Le Repas de bèbè (La colazione del bimbo) 1895

I primi film erano composti da un solo quadro, con inquadrature fisse caratterizzate da un’estrema profondità di campo (si pensi all’Arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, dove il treno è a fuoco sia quando si trova lontano sullo sfondo, sia quando arriva in primo piano) e non esisteva, se non in casi eccezionali, il montaggio. I personaggi entravano e uscivo all’inquadratura, in una molteplicità di centri di attenzione (si pensi all’Uscita dalle officine Lumière) e la centratura dell’immagine era infatti valutata approssimativamente, perché la macchina da ripresa Lumière non era dotata di mirino.

Ripresa in movimento, la prima carrellata della storia, effettuata da un’imbarcazione in moto sul Canal Grande nel 1896 dall’Operatore Alexandre Promio.

Le riprese in movimento arrivarono più tardi (effettuate da treni in partenza o imbarcazioni) e, circa un decennio dopo i primi esperimenti, i Lumière iniziarono a produrre film veri  e propri, che narravano una vicenda, composti da più “quadri” messi in serie, ma proiettati separatamente, come La vie et la passion de Jésus-Christ del 1898.

https://www.youtube.com/watch?v=zZN3fSCO1Ko&index=2&list=PLue4rhsHxp68xSHnFyktHiG9esTeqfFwo

Figura fondamentale nelle rappresentazioni restava l’imbonitore che, come per la  lanterna magica, istruiva, spiegava e intratteneva il pubblico commentando le immagini, che ancora non erano intelligibili autonomamente dallo spettatore.

Le peculiarità principali delle “vedute in movimento” dei F.lli Lumière erano:
  • Inquadratura unica (assenza di montaggio; anche le storie più articolate, come le Passioni di Cristo, erano proiettate in spezzoni separati)
  • Profondità di campo, cioè la messa a fuoco contemporanea di figure vicine e lontane
  • Molteplici centri di attenzione in ciascuna inquadratura e movimento dei personaggi che entrano ed escono dall’inquadratura (carattere centrifugo).
  • Presenza dell’operatore nei film, che non si nasconde mentre sta facendo una ripresa: le persone sono consapevoli di essere riprese, guardano in macchina, si mettono in posa, salutano, interagiscono con chi li riprende.
  • Presenza dell’imbonitore alle proiezioni che spiegava le scene e narrava la storia (spesso era lo stesso addetto alla proiezione), perchè le vicende non erano facilmente intuibili dai soli quadri.
  • Utilizzo delle tecniche teatrali per gli “effetti speciali”

https://www.youtube.com/watch?v=WkMuZIxx__M

Nonostante le pellicole in bianco e nero fatta scorrere a mano, con una manovella a 16 fotogrammi al secondo, sfarfallassero molto dando fastidio agli occhi, il successo fu grandioso e invogliò i F.lli Lumière a proseguire con le riprese e le sperimentazioni da proporre ad un pubblico sempre più curioso ed entusiasta.

Al Grand Café di Parigi dopo la prima esibizione del Cièmatographe vennero programmate proiezioni, dalle dieci della mattina alle undici di sera, con code al botteghino e grandi incassi.

I Lumière amministrarono oculatamente lo sfruttamento commerciale della loro invenzione, e decisero di non mettere il loro prodotto direttamente sul mercato, proteggendone così i segreti di costruzione, ma di offrire lo spettacolo vero e proprio, fornendo operatori preparati, cinematografi e film ai concessionari, in cambio della metà degli incassi. Organizzarono proiezioni per re e imperatori e, per accrescere l’interesse intorno allo spettacolo, proiettavano anche filmati girati sul posto.

Gli operatori, preparati personalmente e con scrupolo da Luis Lumière, tanto che i loro filmati riproponevano piuttosto fedelmente lo stile del maestro, furono inviati in giro per il mondo, non solo nelle maggiori città Europee, ma anche in estremo oriente e nel far west. Essi organizzavano spettacoli e giravano vedute di quei luoghi, riprendevano le persone nei loro costumi caratteristici, facevano in modo di farsi notare sollevando la curiosità e creando aspettative, coinvolgendo gli spettatori e facendo in modo di effettuare le riprese in luoghi affollati o di passaggio, in modo che la gente accorresse numerosa alle proiezioni, nella speranza di rivedersi sullo schermo.

La “veduta”, antenata del documentario, ripresa da operatori e fotografi in giro per il mondo, consentiva di viaggiare anche a chi non aveva possibilità o mezzi, in un’epoca in cui non vi erano televisione o internet, il pubblico poteva ammirare immagini di città e luoghi lontanissimi e filmati di popoli dagli usi e costumi tanto diversi.

https://youtu.be/xBCqRJ_kItQ

1897 – Un repas en famille au Japon – Operatore Constant Girel

Alcuni di questi operatori introdussero anche nuove tecniche di ripresa come Alexandre Promio a cui si attribuisce l’invenzione del primo carrello, che realizzò a Venezia montando la cinepresa su una gondola e Gabriel Veyre che nel villaggio di Namo, in Indocina, realizzò il primo carrello all’indietro riprendendo per un minuto tenendo la cinepresa tra le gambe, mentre si allontanava  su  un risciò.

https://www.youtube.com/watch?v=iGFgGkrZdho

Tra i tanti film dei Lumière viene spesso ricordato L’innaffiatore innaffiato, apparso col titolo originaledi Le jardinier, sul programma della prima proiezione pubblica del 28 dicembre 1895 al Salon indien du Grand Café di Boulevard des Capucins a Parigi, e in seguito diventato famoso come L’arroseur arrosé.

Questo film è l’unico dei dieci in programma quella sera ad avere una sceneggiatura, non una semplice ripresa di fatti reali o naturali, ma una scena costruita, con attori – François Clerc è il giardiniere e Benoit Duval il ragazzo che tira lo scherzo birbone – ed è considerata in assoluto la prima commedia della storia del cinema, la prima scena comica, la prima gag, che riscosse risate e  gran successo, tanto che venne ripresa in diversi remake e film successivi.

https://www.youtube.com/watch?v=PrbRzpWll5U

Altro titolo da menzionare è Demolizione di un muro (Démolition d’un mur) del 1896, in esso non si vede nulla di particolarmente speciale, solo degli operai intenti ad abbattere in muro, la particolarità sta nel fatto che, riavvolgendo la pellicola di questo film senza spegnere la luce del proiettore, i Lumière scoprirono l’effetto reverse: i calcinacci del  muro tornavano al loro posto ricomponendo il muro intatto. Scoperto uno dei primissimi trucchi cinematografici, decisero di proporre il film al pubblico con l’accorgimento finale del riavvolgimento con  la lanterna del proiettore accesa: ottennero l’effetto desiderato sollevando grande stupore e curiosità.

Stranamente e nonostante l’enorme successo ottenuto dal loro cinematografo all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, i Fratelli Lumière erano e rimasero convinti che il cinematografo fosse una moda passeggera, che il pubblico si sarebbe presto annoiato di questo genere di intrattenimento e per questo, con l’arrivo del nuovo secolo, abbandonarono il cinema e si dedicarono ad altri interessi.

Inoltre, mentre Edison, negli Usa, combatteva una dura battaglia legale per impedire l’uso, sul territorio americano, degli apparecchi francesi, rivendicando il diritto esclusivo allo sfruttamento dell’invenzione, in Europa i Lumière affrontavano continue cause in tribunale, perchè la scelta di non vendere il prodotto aveva portato alla costruzione di tutta una serie di imitazioni.

Per questi motivi i nel 1900 i fratelli Lumière cedettero i diritti di sfruttamento della loro invenzione a Charles Pathé e il cinematografo si diffuse con successo in tutto il mondo.

Nel 1903, i Lumière brevettarono il processo fotografico a colori  “Autochrome Lumière“, lanciato sul mercato nel 1907 dalla “Société Anonyme des Plaques et Papières photographiques A. Lumière et ses Fils” (Società anonima di lastre e carte fotografiche A. Lumière e figli). L’Autocromia rivoluzionò il campo della fotografia e diventò ben presto popolare, nonostante il costo e la complicazione; ad essa si devono le fotografie a colori dei primi del novecento.

Autocromia - 1910 circa
Autocromia – 1910 circa

L’ultima invenzione in ambito cinematografico di Louis Lumière è il Fotorama – da fotografia e (pan)orama – apparecchio ideato nel 1899  per la proiezione di fotografie panoramiche, prese su tutta la circonferenza dell’orizzonte: era un congegno, munito di dodici obiettivi, rotante intorno all’asse di un cilindro su cui era disposta la pellicola da proiettare. Gli schermi cilindrici ruotavano intorno agli spettatori seduti al centro. La prima sala per fotorami risale al 1902, installata a Place de Clichy a Parigi, ma ebbe vita breve a causa dei costi troppo elevati.

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