Il Segno del Comando – 2a Puntata

Il Segno del Comando – Trama dettagliata.

Il Prof. Edward Forster dopo gli strani ed inspiegabili eventi della sera precedente, il mattino presto si reca nuovamente allo studio del pittore Marco Tagliaferri. Picchia alla porta, ma nessuno viene ad aprire, però si affaccia all’uscio il vicino di casa, che si presenta come Colonnello Tagliaferri (Augusto Mastrantoni) e lo invita ad entrare in casa.

Forster domanda se è lui che glia ha risposto al telefono quando cercava il Marca Tagliaferri e il Colonnello risponde affermativamente, perché Tagliaferri è lui, quello vivo ovviamente, l’altro, il pittore, è morto da 100 anni. Quindi si presenta formalmente come Colonnello Marco Tagliaferri e lo stesso fa il Prof. Edward Forster.

Edward e il colonnello Marco Tagliaferri (Augusto Mastrantoni)

Forster osserva che, dunque, il Tagliaferri sull’elenco telefonico è lui, una strana coincidenza: un altro Marco Tagliaferri che abita in Via Margutta, 33. Poi aggiunge che chi gli ha scritto, spacciandosi per Marco Tagliaferri, e invitandolo a Roma per un confronto sui suoi studi su Byron, ha dato proprio quell’indirizzo.

Mentre carica alcuni dei numerosi orologi antichi posati su ogni superficie libera del salotto, il Colonnello afferma che, se sospetta che quella lettera l’abbia inviata lui, gli dà la sua parola di ufficiale che non s’è l’è mai sognato di farlo, quindi chiede se può vedere la lettera, ma purtroppo Forster non può mostrargliela, in quanto l’aveva riposta nella valigetta 24 ore che è stata rubata.

Il Colonnello Tagliaferri carica uno dei suoi tanti orologi antichi

Forster chiede ancora se è sicuro, che all’interno 13 non abiti nessuno e l’altro risponde di essere sicurissimo, l’interno 13 è pericolante, da un secolo è vuoto e in stato di abbandono, da quando morì il pittore. Questi viveva lì con una sua modella.

Il Professore domanda come fa a sapere tutti questi particolari e il Colonnello spiega, che è parte della storia della sua famiglia: Tagliaferri è stato un pittore minore, ma che ha fatto parlare di sé ai suoi tempi, purtroppo è morto giovane. Lui è un suo discendente.

La nipote del Colonnello Tagliaferri, Giuliana

A queto punto il vecchio si interrompe, perché dietro ad una porta di vetro leggermente satinato appare una figura di donna, e si precipita da lei chiudendo la porta. Forster è incuriosito e un po’ turbato, mentre li sente parlottare sommessamente: la ragazza, capelli rossi mossi e un grande scialle a frange sulle spalle, sembra molto a Lucia!  Poi Tagliaferri la introduce nella sala presentandola come sua nipote Giuliana (Angiola Baggi) e dicendole di portare un caffè per il suo ospite. La ragazza sembra in imbarazzo e un po’ intimorita.

L’anziano signore riprende il suo discorso dicendo che la modella di Tagliaferri era una ragazza bellissima del Rione Monti, che si è uccisa il giorno seguente alla morte di lui. Era un personaggio romantico e famoso ai suoi tempi e anche adesso, per chi crede a “certe cose”. Lui non l’ha mai vista, ma per chi ci crede la ragazza c’è ancora, il suo spirito appare nella casa a fianco e vaga inquieta per le sue stanze, ci sono persone che giurano di averla vista.

Lucia affacciata alla porta dell’interno 13 di Via Margutta, 33

Forster, che dichiara di non credere ai fantasmi, afferma di averla vista la mattina precedente: si è affacciata alla porta dell’interno 13, ma non era affatto uno spirito, bensì una donna in carne ed ossa! Il Colonnello, curioso, gli chiede com’era e Forster la descrive come una ragazza alta, coi capelli rossi e gli occhi verdi, vagamente assomigliante a sua nipote Giuliana e come lei portava una grande scialle frangiato.

Inoltre la sera precedente sono usciti insieme, in auto, l’ha accompagnato in una taverna dove gli aveva assicurato avrebbe incontrato il pittore Tagliaferri. Sicuramente era tutto combinato. Poi l’hanno drogato e si è risvegliato nella sua auto, ma la sua borsa era sparita. Chissà quale tesoro pensavano contenesse! Ha cercato di ritrovare la taverna, ma inutilmente. Per questo è tornato lì. Sul sedile dell’auto inoltre ha trovato un pesante medaglione, che la ragazza portava al collo e lo mostra al Colonnello. Questi lo guarda attentamente e osserva che è bello e sembra anche di valore, ma non aggiunge altro.

Forster e Lucia fuori dalla Taverna dell’Angelo la sera precedente. Lei porta al collo il medaglione con la civetta.

Arriva il caffè, la nipote appare turbata. Forster lo beve e poi aggiunge che la ragazza si chiamava Lucia. Tagliaferri ribadisce “si”, ma che non l’ha mai vista. A questo punto Forster ringrazia e scusandosi di averlo svegliato così presto prende congedo. Il vecchio risponde che non deve preoccuparsi, che dorme sempre poco e gli dà l’arrivederci, perché sicuramente si rivedranno ancora, dal momento che vorrà rimediare alla mancanza di non essersi soffermato ad ammirare la sua collezione di orologi antichi. Forster si scusa e sta per andarsene, quando il Colonnello lo ferma consigliandogli di andare al Caffè Greco in Via Condotti, vi troverà qualcosa che potrà interessarlo!

Giuliana, acconciata come Lucia

Forster si reca subito al Caffè Greco e qui incontra Powell come di consueto in compagnia femminile, il quale gli dice che, tempo di congedarsi dalla sua amica e lo raggiungerà, intanto gli consiglia di dare un occhiato alle numerose stampe e dipinti appesi nel locale.

Edward segue il consiglio e ad un tratto vede un quadro, è  l’autoritratto a carboncino del pittore Marco Tagliaferri. Edward rimane basito, la somiglianza tra il suo volto e quello del quadro è impressionante, se non fosse per i baffi quel ritratto potrebbe essere il suo.

Edward è talmente stupefatto da vedere il suo riflesso coi baffi in uno specchio appeso al muro.

Ritratto del pittore Marco Tagliaferri al Caffè Greco di Via Condotti.

Rientrato in albergo con Powell gli confida le sue impressioni e perplessità relative agli eventi della sera precedente e alla straordinaria somiglianza fra se stesso e il ritratto del pittore. Powell minimizza, e parla di coincidenze, ma intanto apre la finestra perché qualcuno li sta osservando da quella di fronte.

Edward gli dice che in quella taverna l’hanno anche drogato, un narcotico o un allucinogeno nel vino. Poi si zittiscono, perché nel frattempo è entrata Olivia in vestaglia con il solito bicchiere in mano. Forster la presenta a Powell, mai i due già si conoscono, sono amici. La donna è venuta per farsi invitare a colazione e dopo aver flirtato un po’ con entrambi e ricordato a Edward di chiamarla verso l’una per accordarsi per il pranzo, esce di scena.

Powell commenta amaramente che gli dispiace per Olivia, troppo dedita all’alcool e poi quel suo compagno, Lester Sullivan un losco individuo che si presenta come mercante di arte e antichità, ma ha avuto più volte a che fare con la polizia: traffico di valuta e chissà cos’altro. Olivia si meriterebbe di meglio. Quindi aggiunge che probabilmente ha anche a che fare con la droga.

Powell, Olivia e Edward nella Camera di Forster all’Albergo Galba

A questo punto Powell si congeda, deve andare ad una noiosa commemorazione al Cimitero Acattolico, quello che viene chiamato anche Cimitero degli Inglesi e lo invita ad accompagnarlo, lì sono sepolti due dei massimi esponenti della letteratura e poetica romantica, Shelley e Keats, amici di George Byron. Il Professore declina con decisione. Nel mentre suona il telefono, una voce maschile dice a Forster che ciò che lui cerca è al Cimitero degli Inglesi, allora Edward ferma Powell, dicendo che ha cambiato idea e lo accompagna.

Al cimitero Forster cerca qualcuno con la sua borsa, e girando fra le tombe vede una donna che sta leggendo, seduta di spalle su una panca: è chiaramente Lucia, ma quando lui la chiama e lei si volta: ha il volto di un’altra donna!

Al cimitero la visione di Marco Tagliaferri.

Subito dopo al fondo di un viale, appoggiato ad una tomba, gli appare la figura di un uomo che gli assomiglia tantissimo, ha baffi e cappello e abiti ottocenteschi, si direbbe Tagliaferri. Edward cerca di raggiungerlo, ma l’uomo si allontana e sparisce dietro l’angolo. Turbato Forster torna alla tomba che riporta simboli esoterici: è la tomba di Marco Tagliaferri!

Sulla lapide sono incise le data di nascita 28 marzo 1835, e di morte 28 marzo 1871, era nato e morto lo stesso giorno a 36 anni di distanza. Forster è fortemente scosso, anche lui è nato il 28 marzo, ma esattamente un secolo dopo Tagliaferri il 28 marzo 1935, e il 28 marzo 1971, giorno in cui alla sera è fissata la sua conferenza su Byron, sarà il giorno del suo 36° compleanno. Intanto Lucia vagabonda tra i viali del cimitero.

La lapide sulla tomba del pittore Marco Tagliaferri: nato il 28 marzo 1835 e morto il 28 marzo 1871 all’età di 36 anni.

A colazione ancora turbato, Forster si confida con Olivia. Lei chiede cosa pensi Powell di tutta questa storia e Forster risponde che lo diverte, dice che si tratta di una serie di coincidenze, che anche la lettera, da cui tutta questa storia è partita, probabilmente è uno scherzo, magari di uno studioso italiano, che si è nascosto dietro uno pseudonimo, ma non esclude che a scriverla sia stato il Colonnello Tagliaferri. Quindi chiede ad Olivia se lo conosce. Lei risponde di no, perché dovrebbe? Edward spiega che è un collezionista di orologi antichi e magari il suo amico, Lester “il Barone Rosso”, che si occupa di antichità è entrato in contatto con lui. Olivia non sa, ma glielo chiederà, e comincia a turbarsi.

Intanto qualcuno, sotto la terrazza dove stanno pranzando all’aperto, li sta osservando. E’ un uomo calvo e robusto.

A colazione Forster si confida con Olivia al tavolo all’aperto del ristorante.

Edward continua a riflettere con Olivia sul fatto che non si tratta solamente del furto della borsa, ma delle date coincidenti e di tutto il resto: qualcuno cerca perlomeno di suggestionarlo, cosa che non intende permettere che succeda. Olivia suggerisce, che vogliono fargli credere ad un legame tra lui e il pittore, anche quella ragazza Lucia gli ha detto che gli assomiglia e il Colonnello lo ha mandato al Caffè Greco per il ritratto e poi la telefonata anonima per farlo andare al Cimitero degli Inglesi.

Edward la guarda tra il perplesso e lo stupito, le dice che ha chiamato la ragazza Lucia, come conosce il suo nome? Olivia dice che è stato lui a chiamarla così, ma Edward è sicuro di non aver mai pronunciato il suo nome con lei, allora Olivia si domanda come abbia potuto inventarsi quel nome e che comincia ad avere un po’ paura di tutta questa storia. Forse qualcuno glielo ha “comunicato”? Forster si spazientisce, le chiede di non usare termini magici, che lui non ci crede a “certe cose”. Lei invece sostiene di crederci, da sempre e di essere spaventata da tutta questa storia.

Lucia alla Taverna dell’Angelo: Forster sostiene sia una ragazza in carne ed ossa

Edward riprende dicendo che Lucia è una ragazza in carne ed ossa con bellissimi occhi verdi. Ma Olivia richiama la sua attenzione sul fatto che è stata lei a mandarlo all’Albergo Galba, ma la Giannelli afferma di non conoscerla: Lucia è apparsa solo a lui, a nessun altro, ha voluto entrare in “comunicazione” solo con lui. Forster conclude ribadendo che non crede alle superstizioni.

Si alzano per andare alla casa d’aste per incontrare un esperto antiquario, Prospero Barengo (Roberto Bruni) per mostrargli il medaglione e  Olivia consiglia ad Edward di non fidarsi della Giannelli, perché non le piace, ha qualcosa di ambiguo e inquietante.

Il medaglione con la civetta, che Forster ha trovato sul sedile della sua auto la notte precedente.

Barengo osserva il medaglione e sostiene che si tratta di un oggetto molto raro e sicuramente autentico, lo provano le sbavature lasciate da un crogiuolo artigianale e poi c’è la firma sul retro che non lascia dubbi: ci sono incise la I e la B a grandi lettere, iniziali di Ilario Brandani, l’orafo che lo ha creato.

Barengo è disposto a comprarlo anche subito per un ottima cifra, Olivia chiede quanto offre, ma Forster non è disposto a vendere. Lei insiste perché se ne sbarazzi subito spiegando che Ilario Brandani, non era solo un orafo, era un mago, un negromante, una sorta di stregone, che evocava i defunti: tutte le sue opere hanno fama di essere maledette e lei ne ha paura. Edward ribadisce che non crede alle superstizioni.

Intanto Barengo chiama Lester Sullivan, che stava seguendo l’asta, per mostrargli questa rarità del Brandani e, citando Federico il Grande, lo chiama  “l’uomo che non può morire” aggiungendo che era famosissimo nel ‘700, quasi come Cagliostro, si credeva possedesse il segreto dell’eterna giovinezza o che fosse un reincarnato, un non defunto perché conosceva tutti i misteri occulti dell’aldilà.

Il retro del medaglione con le iniziali di Ilario Brandani.

Edward chiede se ci sono altre sue opere, e gli viene risposto che è morto giovane, rimangono pochi oggetti: dei medaglioni, else di spade, rarissimi strumenti musicali e orologi. Edward allora domanda della civetta incisa sul medaglione: pare fosse il sigillo dei Borgia e il popolino crede porti disgrazia, certo a Ilario Brandani ha portato male, perché nonostante la sua fama d’immortale è morto a soli 36 anni il giorno del suo compleanno: era nato il 28 marzo 1735 ed è morto il 28 marzo 1771 esattamente 200 anni fa. Edward è allibito.

Tornato in hotel Forster chiede ancora alla Sig.ra Giannelli se è sicura di non conoscere una ragazza di nome Lucia,  bella con la  pelle molto bianca, i capelli rossi e grandi occhi verdi. Lei gentile ma stizzita ribadisce di non conoscerla.

Le inquietanti tende della camera di Forster all’Albergo Galba

In camera è ancora fortemente turbato, sposta quelle orribili e inquietanti tende e nota che della finestra di fronte lo stanno ancora spiando, poi si mette davanti allo specchio e si vede come Tagliaferri, abiti antichi, baffi e pettinatura ottocentesca, finché improvvisamente lo specchio si rompe, da solo. Pochi secondi dopo bussa la Giannelli, proprio per rimpiazzare lo specchio che, spiega, un’inserviente ha rotto in mattinata. Edward sempre più perplesso e turbato esce e si reca alla Scuola Britannica per parlare con Barbara. Intanto l’uomo calvo, che lo spia anche dalla finestra di fronte alla sua all’albergo Galba, lo segue in auto.

Forster si specchia e si vede come Marco Tagliaferri

Barbara ragguaglia Forster su ciò che ha scoperto della fotografia: la piazza non esiste, quella è la foto di un quadro dell’800, osservando con una lente si vedono chiaramente i segni delle pennellate, le auto e i passanti sono stati inserite con un fotomontaggio. E’ un luogo immaginario, oppure se un tempo c’è stata ora non esiste più, si potrebbe dire una piazza fantasma.

Questa scoperta rafforza in Forster l’intenzione di andare a fondo in questa strana storia, intanto riflette con Barbara sul furto della sua valigetta 24 ore. Essa conteneva il diario romano di Byron, tutto il diario, anche la parte che nessuno conosce perché non è stata ancora pubblicata, ma certo non l’originale, solo copie su micro-films, quindi il furto non può essere stato commissionato da un collezionista.

La fotografia della piazza con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale e fontana con delfini è un fotomontaggio della foto di un quadro ottocentesco.

Tagliaferri o chi ha scritto veramente  la lettera, sapeva della parte di diario ancora da pubblicare, perché gli aveva detto di portare con se tutte le pagine, in quanto a Roma avrebbe potuto fare scoperte interessanti per le sue ricerche.

Barbara domanda chi altri poteva sapere che aveva una copia di tutto il diario ed Edward risponde che la Giannelli, la quale ha tanto insistito per prendere in custodia la valigetta, forse poteva immaginarlo, ma gli unici che hanno realmente visto il contenuto della borsa sono Powell e la stessa Barbara.

Alla Biblioteca Angelica Forster non si accorge di essere osservato da uno sconosciuto.

Forster si fa accompagnare da Barbara alla Biblioteca Angelica. Effettuata la sua richiesta alla bibliotecaria (Luisa Aluigi), va ad attendere in sala fumatori, qui viene abbordato da un distinto uomo sulla sessantina, che già lo osservava in sala lettura. Si presenta come Raimondo Anchisi (Franco Volpi).

Anchisi confida a Forster di essere un suo fan e di attendere con ansia il 28 marzo per assistere alla sua conferenza. E’ un’appassionato dilettante e possiede una nutrita raccolta degli scritti di Byron, tutti quelli nominati da Forster nella rivista letteraria, e lo invita a fargli visita per mostrargliela. Si dichiara un amante del sapere, un intellettuale che cerca di stare al passo con la cultura frequentando i luoghi che possono accrescerla (un tizio da dietro fa cenno, roteando il dito vicino alla tempia, come a dire che Anchisi è un po’ svitato), le sue parole sono cariche di modestia, ma il tono tradisce il suo orgoglio. Edward è a disagio, quell’uomo è veramente strano e imbarazzante (e il Professore non si accorge, che ha la stessa voce dell’uomo, che al telefono gli ha consigliato di andare al Cimitero degli Inglesi quella stessa mattina).

Anchisi e Forster nella sala fumatori della Biblioteca Angelica

Quando, insistendo perché Forster vada a trovarlo a Palazzo Anchisi in Via Sant’Agata, gli dice che lo manderà a prendere da un’auto all’Albergo Galba, poiché è a conoscenza di dove alloggia, Forster è sempre più a disagio e se ne libera tornando in sala lettura, dove il volume richiesto è pronto per la consultazione.

Sfogliando il libro, trova ciò che cercava, il quadro della piazza con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale e fontana con delfini: è un olio su tela del pittore Marco Tagliaferri di proprietà dei Principi Anchisi.

Sul volume della biblioteca Forster trova il quadro della piazza di cui ha ricevuto una foto truccata. Si tratta di un dipinto di Marco Tagliaferri di proprietà dei Principi Anchisi
Dettaglio della didascalia del dipinto sul volume della biblioteca

A questo punto Forster si precipita a Palazzo Anchisi, sono circa le 10.00 di sera, suona, nessuno apre. Il cancello è aperto ed entra nel cortile, il luogo è deserto, all’improvviso appare Lucia, che scende lungo la scalinata e percorre i corridoi del chiostro protetti da cancellate. Indossa un lungo abito accollato tutto bianco e si fa luce con un candelabro. Avanza indifferente. Edward la guarda ammaliato e la segue con lo sguardo finche sparisce nell’interno del palazzo.

La visione di Lucia a Palazzo Anchisi

FINE 2a PUNTATA

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