Il segno del Comando – sceneggiato

Il Segno del Comando è uno sceneggiato in bianco e nero della Rai, di quelli che erano trasmessi in prima serata e venivano seguiti da milioni di telespettatori, quando questo genere di produzioni ancora non si chiamavano fiction.

E’ il più importante tra gli sceneggiati Rai o perlomeno quello che maggiormente ha lasciato il “segno“. Andò in onda sul Primo Canale (ora Rai 1) la domenica sera tra il 16 maggio al 13 giugno 1971 in 5 puntate, che tennero incollati allo schermo una media di quasi 15 milioni di spettatori, che le seguirono con intensa curiosità e fiato sospeso, aspettando con impazienza la puntata successiva e discutendone con gli altri nell’attesa.

Il Segno Rai – locandina Rai

Il Segno del Comando è una produzione carica di suspense, in cui il genere giallo si interseca con elementi gotici, dark, mistery di notevole impatto emotivo: esso parlava agli italiani di oscuri segreti ed enigmi, fantasmi e sedute spiritiche, negromanti e maghi, spiriti e reincarnazioni, amuleti e profezie, società segrete e occultismo…  una vera rivoluzione per la televisione italiana. Esso rompeva nettamente con la tradizione degli sceneggiati Rai dell’epoca, tratti perlopiù da romanzi famosi, con trame non troppo complesse e tematiche rassicuranti, volti a raggiungere il maggior pubblico possibile. Ma i tempi stavano cambiando e Il Segno del Comando fu un successo strepitoso, che aprì le porte ad altri sceneggiati con tematiche similari, tra cui produzioni di grande successo come Ritratto di donna velata del 1975, L’amaro caso della baronessa di Carini del 1975, Il fauno di marmo del 1977, La dama dei veleni del 1979, anche se Il Segno del Comando rimane l’opera più affascinante ed eccellente di questo genere.

Il Segno del comando – personaggi principali

La sceneggiatura de Il Segno del Comando nacque dalla collaborazione di quattro autori Dante Guardamagna, Flaminio Bollini, Lucio Mandarà e Giuseppe D’Agata, ma fu quest’ultimo a terminare la sceneggiatura, perché la trama fitta e molto complessa li fece arrivare più volte in fase di stallo e gli altri lasciarono il progetto.

Giuseppe D’Agata in seguito, rielaborò la sceneggiatura traendone un romanzo con lo stesso titolo, pubblicato nel 1989, nel quale diede maggiore spessore al finale e risolse alcuni nodi rimasti poco chiari nello sceneggiato.

Il Segno del Comando – la sigla iniziale 

La regia de Il Segno del Comando fu affidata a Daniele D’Anza, che poté contare su un cast di ottimi attori, provenienti soprattutto dal panorama teatrale: protagonisti un ottimo Ugo Pagliai  nei panni del determinato Professor Lancelot Edward Forster e un’intensa Carla Gravina nelle vesti dell’ammaliante Lucia e poi Massimo Girotti (George Powell), Rossella Falk (Olivia), Carlo Hintermann (Lester Sullivan), Paola Tedesco (Barbara), Andrea Checchi (Commissario Bonsanti).

Le vicende si snodano e i personaggi si muovono tra le vie di una Roma notturna, insolita e inquietante, infestata di “tenebrose presenze”, con i suoi palazzi antichi popolati di ombre e personaggi eccentrici, nei cui corridoi e ambienti cupi serpeggiano misteri carichi di presentimento.

Il Segno del Comando – la sigla finale: la canzone “Cento Campane” cantata da Nico mentre sfilava una iconografie che richiamava esplicitamente l’occulto.

A contribuire al fascino e al successo dello sceneggiato anche la musica di grande impatto, con la canzone Cento campane, cantata da Nico Tirone, musica di  Romolo Grano e parole di Fiorenzo Fiorentini:  un motivo e un testo orecchiabili che rimangono immediatamente impressi, e l’enigmatico Salmo XVII detto “Salmo della doppia morte” anch’esso spartito originale di Romolo Grano.

Come per tutti gli sceneggiati Rai di quell’epoca, ogni puntata è preceduta da un riassunto dettagliato e molto chiaro delle precedenti. Ne Il Segno del Comando la voce narrante è quella di Achille Millo.

Il Segno Del Comando deve essere visto tenendo conto che è stato scritto in un periodo in cui i dialoghi erano “puliti”, ben studiati e utilizzavano un lessico forbito e che i mezzi tecnici e gli effetti speciali a disposizione erano limitati e piuttosto teatrali, di conseguenza appare datato a livello di linguaggio narrativo e filmico, tuttavia rimane un cult che segna la storia della produzione televisiva italiana. Il bianco e nero aggiunge poesia e contribuisce all’alone di mistero. Si può vedere gratuitamente in streaming su Rai Play.

RIASSUNTO 1a PUNTATA del Segno del Comando

RIASSUNTO 2a PUNTATA del Segno del Comando