Storia del cinema: cinema francese delle origini

Sull’onda del grande successo delle proiezioni dei Fratelli Lumière e dei film di George Méliès nacquero in Francia le prime case di produzione, che avrebbero dominato il mercato internazionale del cinema.

  • la Gaumont fondata nel 1895 da Lèon Gaumont, che a tutt’oggi rimane una casa di produzione indipendente, riconosciuta come uno dei maggiori produttori e distributori francesi per il cinema e la televisione, con una divisione anche negli Stati Uniti,
  • la Pathé Frères, fondata da Charles Pathé a Vincennes nel 1896 e attiva ancora ai nostri giorni,
  • la Le Film d’Art che avrà un periodo di attività molto più breve, ma influenzerà notevolmente la cinematografia di quegli anni.

La Gaumont, all’inizio legata soprattutto alla produzione e alla vendita di materiali fotografici e proiettori, produsse il suo primo cortometraggio La Fée aux Choux (The Cabbage Fairy) nel 1897, scritto e diretto da Alice Guy Blaché.

Alice Guy Blaché fu la prima regista donna nella storia del cinema, cominciò a lavorare per la Gaumont come segretaria e divenne figura di spicco della società. Girò numerosi documentari di attualità – oltre 400 film – , si occupò di seguire e formare altri registi, montatori e scenografi, sviluppò montaggio e tecnica narrativa, passando da film in un’unica sequenza a sviluppi narrativi sempre più articolati.

Nel 1905 la Gaumont inaugura la Cité Elgé a Parigi, il più grande complesso di teatri di posa dell’epoca, costruiti su un’area del Buttes-Chaumont vicino alla sede della Gaumont e per questo chiamati anche Studios des Buttes-Chaumont.

Alla Cité Elgé Alice Guy, in in collaborazione con Victorin Jasset, realizza La Vie et la mort du Christ del 1906, ispirato alle illustrazione della Bibbia di James Tissot, un “kolossal” in 25 quadri, con 300 comparse e 660 metri di pellicola utilizzata.

Les Vampires
Locandina del Les vampires

Nel 1907 Alice Guy-Blanché lascia la Francia per proseguire la sua carriera negli Stati Uniti, lasciando la direzione degli studios al suo collaboratore Louis Feuillade, che si rivela geniale regista di serial cinematografici di grande successo, come quello comico di Bébé, personaggio interpretato da Renè Dary poi  passato alla Pathè o quelli noir dell’efferrato e diabolico  Fantômas (impersonato dall’attore René Navarre), di Les Vampires, diventato un’icona per i surrealisti come esempio del fantastico che intride la società borghese, e quella delle avventure di Judex, giustiziere che si batte contro la criminalità, girato nel 1914, ma distribuito solo nel 1916 a causa della guerra.

Per la Gaumont lavorava anche Émile Cohl, autore di Fantasmagorie (1908) il primo film di animazione realizzato su pellicola. Con questo film Cohl univa  l’arte del cinema con quella delle “fantasmographo“, una variante di metà ottocento della lanterna magica, con cui si proiettavano immagini perlopiù spaventose come scheletri, demoni e fantasmi su muri, fumo o schermi semi-trasparenti, spesso da dietro lo schermo. Era nato il cinema d’animazione.

La  Gaumont era diretta concorrente della connazionale Pathé Frères la prima società cinematografica che si dotò di un’ organizzazione tale da controllare tutto il processo produttivo, dalla fabbricazione della pellicola, alla realizzazione del film, fino alla distribuzione nelle sale.

Nel 1900 La Pathé prese alle sue dipendenze Ferdinand Zecca, soffiandolo alla Gaumont, e fu una fortuna per entrambi.

Zecca era sceneggiatore, attore, regista e scenografo dei propri film che, almeno nel primo periodo, erano dei plagi veri e propri di opere di autori inglesi della Scuola di Brighton: Rêve et réalité del 1901, è una copia di Let Me Dream Again del 1900 di George Albert Smith, La Loupe de grand-maman del 1901 lo è di Grandma’s Reading Glass sempre di George Albert Smith del 1900, Ce que je vois de mon sixième del 1904 è l’imitazione di As Seen Trough a Telescope del 1900 ancora di Smith. Zecca sviluppò un vero gusto per i film voyeuristici, inaugurandone una serie, tra i quali quello più celebre è Par le trou de la serrure (1901).

Nel 1901 Ferdinand Zecca realizza Histoire d’un crime (1901), storia di un  condannato a morte che rivive in sogno i suoi misfatti. Per rappresentare il sogno, Zecca utilizza un espediente giù utilizzato dagli inglesi Smith e Williamson: fa apparire sul muro della cella, accanto al criminale dormiente,  una sagoma nella quale scorrono le immagini del passato. Si tratta di un primissimo esempio di flashback.

Il flashback in cinematografia è la visualizzazione di eventi  accaduti in passato o in precedenza. Il flashback può essere soggettivo o impersonale: nel primo caso, la rievocazione del passato si affida al ricordo o al racconto di un personaggio, mentre nel secondo è l’istanza narrante che, intervenendo e manipolando la configurazione dell’intreccio, sceglie di tornare indietro per presentare alcuni fatti, interrompendo il flusso “naturale” della storia.

Il film ottenne un successo internazionale e la Pathé Frères raggiunse l’affermazione  e si espanse diventando una grande industria del cinema, che produceva macchine da presa, proiettori e pellicole e realizzava e girava i propri film in tre studi attrezzati di proprietà.

Fernand Zecca diventò non solo regista dei film, ma anche formatore e supervisore dei nuovi registi assunti dalla società (come Lucien Nonguet, Louis Joseph Garnier, che si specializzò nel genere comico, Albert Capellani, autore di numerose pellicole di genere drammatico, etc). e presto assunse la carica di direttore artistico della società.

sala cinema pathè
Cinema del circuito Pathé – 1906

Alla Pathé Frères si puntava più alla quantità che alla qualità dei film prodotti, mirando soprattuto a incontrare il favore del pubblico, pertanto si misero in atto produzioni continue a livello industriale, portando il cinema ad uscire dal livello amatoriale e artigianale alla maniera del connazionale Méliès e degli altri pionieri del cinema come gli Inglesi della Scuola di Brighton. Questo ovviamente a scapito dell’originalità e della creatività e tralasciando la cura e la ricerca di nuove soluzioni linguistiche o tecniche, tanto che si ricorreva all’imitazione, al plagio, al rifacimento di film di successo, a clichè collaudati. I generi prodotti erano i film con le attrazioni e i trucchi stile Méliès e le attualità ricostruite”.

Nel 1904, la Pathé Frères si espanse uscendo dai confini francesi e aprendo filiali a  Londra, New York, Mosca, Berlino e San Pietroburgo e affermandosi come la  più grande casa di produzione cinematografica al mondo.

cine giornale pathe
Nel 1908 nacque il primo cinegiornaleil  “Pathé -Journal”. La Pathé si presentava ormai come un colosso mondiale della produzione cinematografica,

Entro il 1906 la Pathè acquistò numerose sale di proiezione creando un circuito e dal 1907 sostituì la vendita dei film con il noleggio, curando la distribuzione anche per opere prodotte da altri.

Fu la prima società ad intuire le regole del mercato: non vendere i  film, come aveva fatto con suoi Méliès, finito infatti sul lastrico, ma noleggiarli, contribuendo a creare le basi del commercio cinematografico, regole rimaste in vigore fino alla fine del XX secolo.

In questo periodo cominciarono a delinearsi altri generi filmici: il cinema delle attrazioni stile Méliès si andava trasformando nei generi fantastico o comico e le “attualità ricostruite” venivano superate dai drammi storici in costume e dal dramma sociale.

La Pathé puntò molto sulle serie a carattere comico, come quella di di grande successo come Max, celebre personaggio inventato e interpretato dall’attore Max Linder, morto suicida  a 42 anni e Boireau interpretato da André Deed, noto in Italia come Cretinetti, in quanto si trasferì nel capoluogo piemontese nel 1908 dove venne assunto dalla Itala Film di Torino e dove incontrò l’attrice Valentina Frascaroli, sua futura moglie. Per il cinema muto italiano interpretò oltre 90 cortometraggi dal 1909 al 1911 e dal 1915 al 1920.

Andrè Deed
L’attore Andrè Deed interprete del personaggio Cretinetti.

I comici delle Pathé lanciarono un tipo di comicità con gag basata su una recitazione molto gesticolata, intervallata da capriole, sgambetti, smorfie, inseguimenti senza fine, zuffe, salti mortali e piroette di tipo clownesco, genere che verrà perfezionato raggiungendo il più alto livello qualitativo e di utlizzo negli Stati Uniti degli anni Venti dove sarà definito slapstick. 

Il termine deriva da “bataccio” (in inglese slap stick), strumento simile ad una mazza usato nella Commedia dell’Arte e composto da due assi di legno, che, se percosso, faceva un rumore molto forte con poca forza e dava quindi la possibilità agli attori di colpirsi ripetutamente senza farsi male, ma provocando un effetto scenico e sonoro notevole.

Un esempio classico di slapstick all’inizio del novecento, era la “famosa” scivolata sulla buccia di banana. Lo slapstick è stato molto utilizzato anche nei cartoni animati dove, anche la violenza più esagerata, diventa una buffa trovata.

Batocio
Battaccio o batocio usato a teatro soprattutto nella Commedia dell’Arte

Per quanto riguarda il dramma storico il primo film di successo di questo genere alla Pathè fu La Vie et la passione de Jésus Christ del 1903 di Ferdinand Zecca e Lucien Nonguet.

Una sorta di “colossal” di quei tempi: tre rulli, ventisette quadri/scene, che ripercorrono la vita di Gesù Cristo, ognuna delle quali costituisce un’unità narrativa indipendente, che spesso esaurisce in sé l’intera sequenza.

Zecca e Nonguet si confrontano con un tema narrativo complesso ma non utilizzano ancora il montaggio narrativo, vi ricorrono solo per realizzare gli “effetti speciali”, si servono invece del carrello.

Inoltre per questo film si applicarono un nuovo sistema di colorazione messo a punto alla Pathé: la colorazione à pouchoir. (Partendo da una copia originale del film si ritagliavano delle sagome corrispondenti alle aree da riempire con un determinato colore, che veniva applicato sulla pellicola tramite un rullo imbevuto di colorante).

Altra importante figura  della Pathé fu il regista spagnolo Segundo de Chomón, appassionato di effetti speciali che, oltre a realizzare diverse pellicole di genere fantastico/avventuroso spesso concepite imitando le opere di Georges Méliès (basti citare Excursion dans la Lune del 1908, refacimento del celeberrimo Voyage dans la Lune del 1902), perfezionò la tecnica dello stop-motion realizzando Le Théâtre de petit Bob del 1906, film nel quale riesce ad animare il contenuto di una scatola di giocattoli e  La Maison ensorcelée del 1907, in cui invece prendono vita cibi e oggetti su di una tavola imbandita, diventando uno dei pionieri del cinema d’animazione. Mago degli effetti speciali è considerato tra i migliori direttori della fotografia del suo tempo. Segundo de Chomón in seguitò sarà  chiamato a lavorare in Italia per i colossal di Giovanni Pastrone.

Altra importante casa di produzione del cinema francese delle origini, fu Le Film d’Art, fondata da Paul Lafitte nel 1908, su sollecitazione dei membri della Comédie-Française, al fine di realizzare film con accurate ricostruzioni storiche, adattamenti dei grandi capolavori della letteratura, opere realizzate scritturando celebri attori e registi  e destinate ad un pubblico non propriamente di massa.

locandina assassinio del duca di guisa
L’Assassinat du Duc de Guise (1908) – Locandina

Il film d’esordio della Le Film d’Art fu L’Assassinat du Duc de Guise del 1908 di André Calmettes, nel quale lavorarono celebri attori del tempo, i cui nomi vennero sfruttati  per la promozione del film.

Prendeva così il via il fenomeno dello star system, in seguito ampiamente sviluppato negli Stati Uniti, che poneva l’attore al centro dell’interesse, la stella che brillava sullo schermo e che, nel giro di breve, avrebbe oscurato la figura del regista fino ad allora considerata l’essenza del film stesso, portando poi alla nascita di quel fenomeno di costume denominato divismo cinematografico grazie all’intensa collaborazione tra cinema e gli altri mass media.

Pur essendo un film muto L’Assassinat du Duc de Guise era accompagnato da  una colonna sonora originale, che veniva eseguita dal vivo in sala, composta da Camille Saint-Saëns. Fu probabilmente la prima colonna sonora mai composta appositamente per un film.

rodolfo valentino
Rodolfo o Rudolph Valentino sulla copertina di “Movie Weekly” del 1 December 1923. Fu uno dei più grandi e celebrei divi del cinema muto americano, noto anche per esser stato il sex symbol di quegli anni, tanto che gli fu dato l’appellativo di “Latin Lover”

Le Film d’Art continuò a produrre con le stesse modalità gli altri suoi film fino a cessare la sua attività negli anni 20. Ebbe dunque  vita breve, ma grande influenza sul cinema mondiale in particolare sulla nascente cinematografia italiana.

Negli Stati Uniti lo sviluppo dell’industria cinematografica, che avrebbe poi spopolato diventando la più importante e potente in assoluto, non fu altrettanto rapido, ostacolato soprattutto dalla guerra dei brevetti innescata dalla compagnia di Thomas Alva Edison.

Quindi le produzioni francesi conservarono la loro posizione di predominio fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, poi gli Stati Uniti cominciarono a conquistare rapidamente i mercati, tanto che già nel 1918 la Pathè era praticamente ridotta al solo circuito di sale cinematografiche.