Parliamo di scarpe maschili… ed eleganza.

Se, in via generale, le scarpe maschili più eleganti sono sicuramente quelle stringate in pelle è bene sapere che ne esistono di diversi tipi, che si differenziano per caratteristiche e grado di formalità e classe.

La prima differenza tra le scarpe legate è quella che intercorre tra una scarpa stringata tipo Oxford e una di tipo Derby.

Oxford (Balmorals)

La scarpa modello Oxford è sempre stata considerata più formale ed elegante della Derby, dalla quale differisce per la cucitura alla base dell’allacciatura: chiusa nella scarpa Oxford e aperta nella Derby.

Le scarpe modello Oxford chiamate anche Balmorals – per gli americani anche solo Bal – e talvolta Francesina o addiritura Inglesina, ha un modello semplice e raffinato che rappresenta l’eccellenza dell’eleganza.

Scarpa modello oxford nera, liscia, lucida con puntina

Chiamata Oxford perché indossata per la prima volta dagli studenti universitari sul finire del 18° secolo, è caratterizzata dalla mascherina cucita sopra i gambetti, cioè alla base dell’allacciatura sul collo del piede. I lacci che la chiudono passano attraverso cinque coppie di fori di cui l’ultima per il fiocco.

Scarpa oxford in vernice

Realizzata in pelle, anche molto pregiata, nella versione più elegante è nera, liscia, lucida con puntina (taglio in punta), da indossare con tights, completi sartoriali, abiti scuri anche gessati, è in vernice se da indossare con il tuxedo (chiamato smoking in Italia e dinner jacket in Gran Bretagna).

Francesina marrone con brogue

La Balmorals, che i francesi chiamano Richelieu, da cui il nostro francesina, dona uno stile classico e formale e ogni guardaroba maschile dovrebbe comprenderne almeno un paio.

La versione marrone  puo’ essere abbinata con abiti in tweed e giacche sportive, così come le versioni in camoscio. In blu scuro o in “testa di moro” può essere un’elegante scelta per il lavoro, in accordo con un abito in tinta.

Oxford color testa di moro con ricami a brogue

Spesso viene presentata con un ricamo classico, detto broguering”, che può essere solo sulla punta, ma anche sullo sperone, intorno al girocaviglia e alla zona dell’allacciatura: maggiore è il numero delle decorazioni e più mitigato è il profilo formale della scarpa.

Francesina modello Duilio con ricamo a brogue a coda di rondine allungata.

La Francesina Duilio è caratterizzata da una decorazione a brogue, che non taglia trasversalmente la punta e segue il classico disegno a “coda di rondine” allungato.

Derby

La scarpa Derby è la scelta perfetta per uno stile casual, ma comunque impeccabile. La differenza principale rispetto alla francesina è l’allacciatura aperta nella parte inferiore. Questo dettaglio la rende più sportiva ed informale, adatta ad essere abbinata anche ad un paio di jeans.

La possibilità di regolare l’allacciatura, inoltre, fa della derby una scarpa particolarmente adatta a chi ha il collo del piede alto o la pianta larga, perché può infilarla più agevolmente, grazie alla possibilità di regolare la distanza tra i gambetti e questo è il motivo per cui sono considerate meno eleganti delle balmorals, poiché l’allacciatura aperta, che permette una più ampia apertura facilitando la calzata, favorisce anche la visione di una maggiore porzione di calza.

Scarpa modello Derby nera

La scarpa tipo derby deve il suo nome al Conte di Derby, che sul finire del XVIII secolo per primo lanciò la moda di calzare questo tipo di scarpa come alternativa allo stivale. Fino al secolo scorso i “gentlemen” inglesi usavano indossarle con la classica giacca in tweed durante la villeggiatura o la vita in campagna.

La presenza di decorazioni a brogue sulla tomaia accentua la sportività della scarpa.

In nero o testa di moro, stringata e senza brogue conferisce uno stile elegante e sobrio.

Le derby realizzate in camoscio o daino o pelle scamosciata sono comunemente chiamate bucks,” (da buckskin – pelle di daino).

Apro una parentesi sulla bucks” bianche, ovvero le scarpe derby o blucher in pelle ruvida di daino color bianco sporco (dirty-white). si indossano esclusivamente con un abbigliamento estivo e si sposano perfettamente con abiti in seersucher (fine tessuto di cotone, solitamente a righe, usato per confezionare indumenti estivi) o lino bianco.

“Bucks” bianche

Le derby pussono essere stringate o senza lacci, cioè chiuse da una o due fibbie laterali e sono chiamate Monk Strap o Monk shoes (traduz. letterale: scarpe del monaco); esse devono il loro nome ai sandali invernali con cinghie e fibbie, che i monaci calzavano per lavorare i campi. E’ un modello maschile molto versatile adatto ad un look formale, ma anche ad un paio di jeans.

Scarpe Monk Strap nere

Blucher

Scarpa modello Blucher
Scarpa modello Blucher

Molto simile alla scarpa modello Derby, ma con un profilo di eleganza più basso, è la Blucher (o alla tedesca, Blücher), anch’essa stringata e con la base dell’allacciatura aperta, si differenzia per la tomaia realizzata con un unico scampolo di pelle (“one cut”), di norma non presenta decorazioni a brogue e ha la pianta più larga.

Scarpe modello Blucher

Spesso viene realizzata in daino o pelle trattata e magari colorata, con suola in gomma o para, per una versione molto casual e sportiva.

Deve il suo nome al generale prussiano Gebhard Leberecht von Blüche, che nel XVIII secolo commissionò scarpe simili per il suo esercito. In seguito questo tipo di calzatura venne adottata dagli eserciti di molti paesi europei.

La Brogue

A questo punto è bene sottolineare che: la Brogue non è un tipo di scarpa, come molti credono, ma un tipo di lavorazione, detto broguering, che permette di avere dei decori sulla tomaia di scarpe e polacchini. Si tratta di un processo, che prevede una piccola punzonatura circolare della pelle, che può formare vari disegni e decorazioni. A seconda del motivo riportato la brogue assume nomi diversi.

Tutte le calzature che presentano un disegno a forma di  W sulla mascherina, sono dette  Wingtip o a Coda di Rondine.

Scarpine da neonato modello francesina Wingtip o “a Coda di Rondine” priva di brogue.

Una scarpa che ha il disegno a W sulla mascherina ma senza punzonatura e’ semplicemente una scarpa Wingtip o a Coda di Rondine.  Il motivo Coda di Rodine può essere sottolineato dal bicolore o dal ricamo a brogue o da entrambi.

La Brogue conferisce sportività alla scarpa e, a seconda dei disegni e dei decori presenti sulla mascherina, avremo scarpe:

  • Full Brogue:
    presenta un decoro a brogue sulla mascherina a forma di Coda di Rondine, unendo le caratteristiche  Wingtip (decoro a forma di W) e  Brogue (punzonatura).  Senza il disegno a coda di rondine non e’ una Full Brogue.
Derby scamosciate marroni Full Brogue
  • Semi Brogue (oppure Half Brogue):
    e’ caratterizzata da un decoro punzonato sulla punta e una una fila di fori che attraversa la mascherina.
Francesina Semi-Brogue
  • Quarter Brogue:
    presenta solo una decorazione sobria sul puntale, rifinito con piccoli  smerli e due cuciture vicine alla mascherina, talvolte sottolineate da brogue. E’ assente il decoro in punta.
Oxford Quarter Brogue
  • Long Wing Brogue:
    presenta il classico disegno a W punzonato sulla mascherina  ma, a differenza  dalla Full Brogue, la punzonatura continua senza interruzioni lungo tutta la scarpa e si ferma sul retro, nella parte centrale dove c’e’ la cucitura sopra il tacco. Questa Brogue e’ molto sportiva e piu’ rustica e non è adatta ad un modello Oxford.
Derby Long Wing Brogue

Quindi, per tutti coloro che abitualmente identificano come francesina o inglesina una scarpa con la brogue, si sottolinea, che sono due cose che non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra: la brogue può essere applicata sia ad una scarpa oxford che a una derby che a un polacchino o un mocassino, mentre a identificare un modello francesina non è la brogue, ma la cucitura alla base dell’allacciatura.

Polacchino marrone da uomo con brogue

Quando un modello oxford con brogue è bicolore è detta Spectator (oppure co-respondent shoes, per i britannici), certo è un modello un po’ chiassoso, ma simpatico e ideale per sdrammatizzare il look o conferirgli brio.

Le Spectator nascono nel 1868 come scarpe da Cricket, su creazione di un affermato produttore di calzature inglese, John Lobb.

Spectatotor avorio e marrone full-brogue

Negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso erano considerate di cattivo gusto e troppo vistose e associate allo stereotipo della persona di dubbia moralità. Nella versione bianco/nero divennero molto di moda tra i gangster americani.

Spectator bianca e nera

Le Spectator non vanno confuse con le Saddle-Shoes o Scarpe a sella, calzatura molto informale caratterizzata dal bicolore e da cucitore tipo oxford (da questo il nome alternativo per questo tipo di scarpe: Saddle-oxford), talvolta decorata lungo la sella da brogue.

Considerate le progenitrici delle scarpe da ginnastica, furono introdotte sul mercato nel 1906 da Spalding come scarpe da tennis e da squash, per poi affermarsi anche come scarpe adatte al bowling e al golf, sports in cui continuano ad essere indossate ancora oggi.

Saddle shoes, chiamate anche Saddle oxford

Ebbero un enorme successo tra le ragazze statunitensi degli anni ’40 e ’50, tanto da rappresentare un vero e proprio segno di riconoscimento tra le fan di Frank Sinatra di quegli anni.
Le scarpe a sella sono calzature sportive e informali, adatte al tempo libero e a contesti lavorativi dove non è richiesto un dress-code formale.

Le saddle-oxford si caratterizzano per la suola piana in gomma, sopra alla quale è cucita una tomaia in pelle scamosciata con inserti in pelle lucida ed in colori a contrasto, la classica è in bianco e nero, ma ne esistono di svariati colori.

Mocassino (Loafer)

Caratteristica principale del Mocassino o Loafers o Slip-on è l’assenza di stringhe. Esistono diversi tipi di mocassino, e pur essendo nella maggioranza dei casi una calzatura informale, comoda, pratica, che offre grande libertà di movimento, anche per la facilità cun cui possono essere indossati e tolti, si distinguono modelli più o meno eleganti.

Diretti discendenti delle calzature degli “indiani” d’America, il mocassino conosce un vero  boom negli anni ’30.

Nel 1932 la Spaulding produce e lancia negli Usa con grande successo la forma di mocassino più simile a quella moderna e nel 1936 la GH Bass, azienda americana che fabbrica stivali di proprietà di John R. Bass, lancia sul mercato i Weejun Loafer: “weejun” è l’abbreviazione di “norwegian” (norvegese) e “loafer”, in inglese, significa “scansafatiche”. È a John R. Bass, che si deve l’invenzione della mascherina a forma di labbra, che appare su queste calzature. I critici di moda non approvavano inizialmente i Weejun Loafer, poiché li ritenevano simili a ciabatte e ne sconsigliavano, pertanto, l’uso.

Mocassino Penny Loafer

Penny loafer con penny
Penny loafer con penny nella mascherina

E’ il mocassino che in Italia è chiamato anche “College” perchè deve il suo grande successo ai giovani universitari statunitensi dei college della Ivy League (titolo che accomuna le otto più prestigiose ed elitarie università private degli USA), che dagli anni ’40 ne fecero un classico del loro abbigliamento informale. Il nome “penny loafer” deriva dall’abitudine degli studenti di infilare una monetina da un penny  all’interno della mascherina a forma di labbra.

Ivy League e Preppy Style diventano le tendenze principali, a partire dagli anni ’50 in poi, che contraddistinguono lo stile dei giovani Wasp, delle famiglie benestanti d’America e degli uomini che hanno fatto la storia, come il Presidente John F. Kennedy.

Penny Loafer
Scarpe Penny Loafer

Il mocassino Penny Loafer ha tomaia sfoderata, si adatta bene al piede  e si può indossare senza calzini, è infatti una scarpa primaverile-estiva.

I Penny Loafer sono scarpe per un look casual-elegante, ma da indossare esclusivamente in ambienti e occasioni informali. Sono da evitare dall’ora del cocktail in poi.

Mocassino Tassel Loafer

E’ il classico mocassino con le nappine di pelle sfrangiata (tassel in inglese significa, appunto, nappina), che possono essere semplicemente applicate sulla mascherina oppure possono essere attaccate alle estremità di un laccio in pelle, che entra ed esce dalla tomaia, decorando il bordo superiore della scarpa (coulisse).

Anche i Tassel Loafer sono indicati per un outfit casual-elegante e sono da evitare in occasioni formali e in ambienti di lavoro seriosi. Non sono adatti per eventi serali.

mocassino nappine
Tassel Loafer

 Mocassino Frangiato (Fringed)

I Fringed Loafers sono simili ai tassel loafer, cioè ai mocassini con nappine, ma presentato un dettaglio in pelle a frange molto evidente sulla mascherina. Molto informali e sportivi si trovano spesso anche in versione “spectator”, ovvero bi-colori.

fringed loafer
Mocassino con frange nappine e decorazione a brogue.

Mocassino stile “Gucci”

Sono stati lanciati dalla Maison Gucci negli anni ’60 e sono caratterizzati da un decoro metallico applicato sulla mascherina, modello staffa (o morso) di cavallo oppure il classico simbolo Gucci con le due “G”  e la tipica fascia in tessuto rossa e verde, segno distintivo della Maison.

Imitatissimi si trovano versioni, anche di marche meno prestigiose, con inserti metallici di foggia diverse.

mocassino Gucci Style
Mocassini Gucci con decoro metallico “a staffa”.

Mocassino elegante

Il mocassino nero dalla forma allungata, di ottima fattura, con decorazione in pelle applicata a mano sulla mascherina può essere un’alternativa alle scarpe stringate.

Cary Grant, icona di stile ed eleganza maschile, posa a gambe incrociate in tuxedo e black-loafers

Mocassino “pantofola”

Il massimo del confort é dato dal mocassino “pantofola”. Sfoderato, senza tacco, magari con pratici gommini antiscivolo, sono l’ideale quando occorre camminare molto, per il tempo libero, in viaggio, ma anche in casa, per stare comodi mantenendo alto lo standard di stile.

Gli stilisti del settore lo propongono spesso in colori brillanti o insoliti, meglio sceglierne uno semplice e sobrio.

Mocassino pantofola
Mocassino pantofola

Minnetonka

Sono le calzature moderne che ricordano maggiormente i mocassini originari degli “indiani” d’America, che li realizzavano in pelle di daino decorandoli con frange, lacci e perline. Infatti, nonostante in Armenia sia stata ritrovata la calzatura più antica della storia, un mocassino di 5500 anni fa, a inventare gli antenati dei mocassini sono stati i nativi americani.  Essi realizzavano calzature in cui il morbido pellame, cucito su una vaschetta di cuoio, risaliva a proteggere il collo del piede e la caviglia. Nella lingua Algonchina, parlata dalle tribù indiane più popolose, il termine “mocassino” traduce il termine “calzatura”.

Mocassini Minnetonka
Mocassini Minnetonka

Il mocassino minnetonka prende il nome dalla Minnetonka Moccasin Co. calzaturificio specializzato nella produzione di mocassini e scarpe in american style, casual e comode, per il tempo libero.

Mocassino Veneziano

E’ un modello di mocassino dalle linee molto semplici: senza decori o ornamenti, liscio, molto accollato, con la punta a mandorla o squadrata.. L’assenza di  cuciture evidenti o applicazioni lo rende adatto a realizzazioni con strisce di pelle intrecciate oppure pellami particolari, colorati, ricercati come struzzo, tapiro, serpente, coccodrillo. La suola è in cuoio.

Mocassino Venetian Style
Mocassino Venetian Style in pelle di struzzo.

Pump

Molto simili ai Mocassini Veneziani sono le Pump o Court Shoes, scarpe in vernice nera (o lucida pelle nera), leggere, affusolate, accollate, affinchè calzino perfettamente, con un fiocco a nodo piatto in satin o gros grain in seta, tacco a blocco basso e suola in cuoio, che ricordano eleganti pantofole: sono le calzature che, secondo la regola, andrebbero abbinate al frac ed al tuxedo (smoking) e indossate con calze lunghe, lisce, assolutamente senza grinze.

Tradizionali con l’abito da sera per l’aristocrazia inglese, sono un modello datato, ma non sono obbligatorie e il black tie code prevede di poterle sostituire con delle Oxford in vernice o in lucidissima pelle nera, oppure, scelta per “very dandy”,  con delle Albert Slippers.

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Pump calzature che secondo la regola, andrebbero abbinate al frac ed al tuxedo

Le pantofole Albert (The Albert Slippers)

Le Pantofole Albert sono molto simili alle Pump con scollatura alta e sagomata, per favorire calzata e vestibilità, ma realizzata in panno o velluto, con suola in cuoio o gomma e tacco basso a blocco.. La mascherina è ornata da un fiocco a nodo piatto in seta oppure da un ricamo o semplicemente liscia.

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The Albert Slippers con ricamo sulla mascherina

Devono il loro nome al Principe Albert di Sassonia-Coburgo-Gotha, consorte della Regina Vittoria e principe consorte del Regno Unito, gentleman di classe e buon gusto, che usava portare queste eleganti e comode scarpette durante i ricevimenti e i balli a corte. Ben presto divenne imitatissimo e le Albert Slippers diventarono un icona di stile che dura tutt’oggi.

1963 – David Niven gentleman inglese indossa un paio di Albert Slippers

Secondo l’attuale black tie code, le Albert Slippers si possono portare anche in modo informale a party serali, cene d’affari, serate eleganti al club o con amici e colleghi.

La scelta delle Albert Slipper ha contagiato i dandy italiani solo di recente, faticando ad affermarsi e ad assere accettate perchè considerate ridicole e da relegarsi all’ambito casalingo e comunque la tendenza a portarle rimane circoscritta ai dandy più creativi ed eccentrici.

Stivaletto (o Polacchino) – Ankle Boot

Il polacchino è uno stivale corto, che arriva appena sopra la caviglia (Ankle Boot – ovvero stivale alla caviglia). E’ una calzatura adatta a riparare il piede da freddo, acqua o neve, fango. Può avere la chiusura allacciata o presentare una zip o delle fasce laterali elastiche o entrambe.

E’ da riservare in accostamento a uno stile casual o con i jeans. Con un abito scuro si può derogare solo se le condizioni atmosferiche sono tali da non poterne fare a meno e il modello scelto è curato, in pelle e con la suola e il tacco basso in cuoio.

polacchini allacciati
Polacchini uomo allacciati, in pelle , con tacco basso e suola in cuoio.

Scarponcini Chukka (Chukka boots)

I Chukka sono calzature alte, arrivano a coprire interamente la caviglia, dalla punta arrotondata e la tomaia liscia; di solito sono realizzate in camoscio (o scamosciato) e talvolta in pelle, con la suola sottile in cuoio o gomma e l’allacciatura, aperta alla base dei gambetti, con due o tre coppie di occhielli in cui passano lacci sottili.

Gli scarponcini chukka diventano popolari verso la fine degli anni ’40 e si affermano negli anni ’60 come calzature casual. Ancora oggi sono scarpe molto popolari perché calde e comode e vengono portate soprattutto con jeans e completi informali.

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Scarponcini chukka scamosciati, color testa di moro

Desert Boots

I Desert Boots sono spesso scambiati con i Chukka, ma benchè molto simili hanno alcune differenze: la principale riguarda la suola, che nei chukka è sottile e realizzata in cuoio o gomma scura, mentre nei desert boots è di para (crepe), poi ci sono le cuciture sulla tomaia che nei desert boots sono evidenti mentre nei chukkas sono realizzate in modo da essere poco visibili, così come i lacci più fini e meno evidenti nei chukkas che non nei desert boots.

desert shoes
Desert shoes

I desert boots derivano da una calzatura indossata dalle forze britanniche durante il secondo conflitto mondiale; sono stati ufficialmente introdotti sul mercato nel 1949 alla Fiera di Chicago, dall’azienda di scarpe britannica C. & J Clark, ma si diffondono e affermano dall’anno successivo anche grazie all’interessamento della famosa rivista di moda maschile Esquire, che fa letteralmente decollare le vendite decretandone il successo.

L’idea dei desert boots nacque nel corso del 2^ guerra mondiale da un’espirazione del soldato britannico Nathan Clark originario del Somerset dove la famiglia aveva un’azienda di scarpe da oltre un secolo.

Clark, di stanza a Burma, nel tempo libero socializzava con gli altri soldati dell’8^ Armata Britannica e rimase colpito dagli scarponcini leggeri, in pelle scamosciata grezza e suola in para, indossati dagli ufficiali. Scoprì poi che erano stati appositamente acquistati per gli ufficiali in Egitto al Khan el Khalili bazaar del Cairo, che li importava dal Sud Africa.

Queste calzature erano una versione dei Veldskoens (pronounced “FELL-skoons”) robusti scarponcini dalla punta arrotondata fabbricatì e usati in Sud Africa sin dal 17° secolo e composti da una tomaia alta di pelle grezza attaccata a una suola in gomma senza l’utilizzo di chiodi.

Convinto che quegli scarponcini potevano diventare, debitamente aggiornati per la vita in città, un prodotto di punta per il calzaturificio di famiglia, ne realizzò dei cartamodelli utilizzando dei giornali da portare a casa finita la guerra.

L’intuizione fu un successo mondiale tanto che in Italia questi scarponcini sono noti a tutti come Clark’s anche se realizzati da altre aziende

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Originalmente lanciati nei colori della sabbia, se ne trovano ormai in molteplici cromie.

Stivaletti Chelsea (Chelsea Boots)

Sono stivali che arrivano appena sopra la caviglia, caratterizzati da fasce laterali in elastico e spesso da un piccolo tassello in pelle o in tessuto, cucito sul retro del collo dello stivaletto, per agevolare la calzata.

Furono brevettati nel 1851 da Joseph Sparkes-Hall calzolaio della Regina Vittoria, che realizzò una vera e propria novità nel campo delle calzature, cucendo alla pelle, sui lati dello stivaletto,  degli inserti del nuovo tessuto elasticizzato, ottenuto grazie alle recenti tecniche della gomma vulcanizzata sviluppate da Charles Goodyear. Le fasce laterali elasticizzate permettevano di infilare e togliere gli stivali con velocità e facilità e la moda si sviluppò velocemente: indossati  anche dalla Regina divennero molto popolari sia come calzature maschili che femminili da passeggio a piedi o a cavallo.

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Chelsea Boots

Il nome Chelsea Boots deriva, però, dal’omonimo quartiere londinese attraversato dalla, King’s Road, una delle principali arterie di Londra, che negli anni ’60 diventò uno dei maggiori centri della moda, da dove Mary Quant lanciò la minigonna e dove nacque il fenomeno sociale e culturale denominato “Swinging London“. I chelsea boot erano ai piedi di Rolling Stones, Beatles, Jean Shrimpton e tutti quelli che facevano moda e tendenza, imitatissimi dai giovani di mezzo mondo. Nel 1961 la maison Anello e Davide famosa soprattutto per le scarpe da ballo e le calzature per il teatro, realizzò una variante dei Chelsea boots per i “Fab Four” con la punta e il  tacco alla cubana: questo modello divenne famoso come Beatles boots.

Le versioni di Chelsea Boots sono davvero tante più o meno sportive, che vanno dagli Australian work boots molto spartani e talvolta con la punta riparata in acciaio, agli stivaletti con para di gomma nera, al prodotto di classe in pelle e cuoio etc.

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I “Fab Four” indossano gli stivaletti realizzati apposta per loro e denominati “Beatles-Boots”

Jodhpur Boots

Si tratta di stivaletti che arrivano alla caviglia, nati per accompagnare i pantaloni Jodhpur, calzoni per andare a cavallo originari della città indiana di Jodhpur nello Rajasthan.

I Jodhpur Pants permettevano di calvalcare senza dover indossare per forza stivali alti fino al ginocchio: scomodi da calzare e da togliere e costosi da acquistare.

Questi stivali alla caviglia, così come il resto della divisa Jodhpur da cavallo, sono nati dall’estro dello stilista Sir Pratap Singh.

I Jodhpur Boots, realizzati in pelle con suola in cuoio, sono caratterizzati da punta arrotondata, tacchi bassi e un cinghietto con fibbia che gira intorno alla caviglia.

Jodhpur-boots
Jodhpur boots

Scarpe da barca (Boat Shoes oppure Deck Shoes)

Le Scarpe da Barca sono state inventate dallo statunitense Paul A. Sperry per essere usate, appunto, in barca: scarpe forti, ma leggere, con cuciture durevoli e suole anti-scivolo di gomma lamellata, per favorire aderenza sulle superfici umide, senza lasciare segni o ammaccature e pelle della tomaia trattata con oli per renderla idrorepellente.

Tradizionalmente portate senza calze e adottate da velisti e navigatori di tutto il mondo, dagli anni ’70 sono diventate anche scarpe sportive e casual estive, per passeggiate nelle località di mare e in seguito calzature da usare ovunque, anche in città, tanto da farne anche versioni invernali, fornite di pesanti carrarmati di para o gomma.

scarpe da barca invernali
Deck Shoes invernali

Negli anni ’80, spesso portate con calzini in spugna o filato dai colori sgargianti, divennero uno dei segni distintivi dei ragazzi che seguivano quel fenomeno giovanile modaiolo e snob, che investì la nostra penisola partendo dalla città di Milano, e che sono noti come Paninari.

Esteticamente simili a dei mocassini, con cuciture forti e a vista, realizzati in tessuto o pelle, di solito presentano un’allacciatura con due o massimo tre coppie di fori e lacci di cuoio o tessuto, che entrano ed escono dalla tomaia lungo il bordo superiore della scarpa (coulisse). Da portare esclusivamente con jeans e pantaloni sportivi e da riservare al tempo libero e a contesti molto informali, sono scarpe da indossare in estate, senza calze.

Boat Shoes
Scarpe da barca

Sneakers

Se la parola Sneakers in inglese è usata anche per le scarpe da ginnastica (gym shoes/runners/plimsolls) in Italia identifica le scarpe tipo Hogan, cioè calzature che ricordano esteticamente le scarpe da ginnastica, ma sono state pensate per essere indossate tutti i giorni, calzature molto comode, ma non adatte alla corsa o per fare sport.

sneakers
Sneakers da uomo

Il termine sneakers è stato coniato nell’Ottocento da un uffficiale di polizia britannico, che inventò delle scarpe con suola in gomma, comode e silenziose: adatte per catturare i malviventi.

Si tratta di scarpe casual, allacciate, flessibili, che offrono un grande confort, con suola in gomma e rivestimento superiore in pelle o eco-pelle con rifiniture o inserti in tessuto. L’allacciatura è classica oppure con fasce in velcro.

Ed ora veniamo ai tipi di calzatura esistenti sul mercato, che di elegante non hanno nulla e che, a parte casi particolari sono da evitare nel modo più assoluto.

Bikers Boots

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Bikers boots

I Bikers Boots sono gli stivaletti bassi  indossati dai motociclisti alla guida di Harley Davidson o moto custom in generale. Con dettagli cromati come borchie, catene, applicazioni sono molto rock-metal.

Stivali Texani

Si ispirano agli stivali dei cowboy, i mandriani nord americani.

In origine  queste calzature sono nate per gente, che spendeva la vita a cavallo, non avevano destra e sinistra ed erano di misure sommarie. I primi stivali erano a buon mercato e robusti. Si infilavano ai piedi, ci camminavi nell’acqua e col tempo il piede dava loro forma.

Pian piano i cow-boys cominciarono a richiedere prodotti più rifiniti, con utilizzo di pellami specifici, fatti su misura. Gli stivali erano alti per proteggere gli stinchi, appuntiti per facilitare l’entrata del piede nella staffa e con tacchi di almeno 3 o 4 cm, molto inclinati verso l’interno, per trattenere la staffa ma non rimanervi incastrati. Quasi sempre con speroni rimovibili.

Stivale Texas o Cowboy Boots
Stivale Texas o Cowboy Boots

Da allora ai nostri giorni dai cow-boy boots modificati sono nate calzature adatte per essere portate anche in città, arricchendosi di decorazioni, borchie e subendo di volta in volta i capricci della moda.

Si tratta di stivali di varia altezza, sotto al ginocchio o al polpaccio e talvolta alla caviglia, realizzati anche in pellami molto pregiati come serpente e coccodrillo, e in due colori.

Benché li abbiamo visti ai piedi di tutti, non solo sceriffi e texas rangers, ma anche pop e rock star, pin up e stelle del cinema, intellettuali, personalità e perfino presidenti americani, l’unico posto dove dovrebbero stare è ai piedi di un mandriano!

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Dr Martens Boots

Anfibi

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Anfibi

Gli anfibi sono un tipo di calzature dalla foggia militare, caratterizzati da tomaia in cuoio resistente, punta rinforzata in metalllo e suole spesse con carrermato. Ne sistono di più e meno massicci, quelli chiamati Dr. Martens (oppure Doctors, Docs, Doc. Martens o DM’s) sono caratterizzati da una linea meno “truppe da sbarco” e da una suola con cuscinetto d’aria.

Questa suola ammortizzata è stata brevettata dal dott. Klaus Maertens, un medico tedesco, il quale da poco laureatosi, si fratturò un piede mentre sciava, durante una licenza militare; nel corso della convalescenza, poiché trovava molto scomodo camminare con le suole di cuoio classiche degli stivali della Wehrmacht, inventò un tipo di suola ammortizzata da un cuscinetto d’aria, applicato ad un tipo di scarpone costruito con una pelle più morbida.

Dr. Martens è un marchio originario della R. Griggs & Co. di Wollaston, in Inghilterra, che nel 1959 acquistò il brevetto direttamente dal dr Maertens e dal socio Funck, attualmente la proprietà del marchio appartiene alla Permira, ma con questo nome spesso vengono chiamate calzature simili o ad essi assimilabili.

Le Dr. Martens sono le calzature che identificano e accomunano talune sottoculture quali punk, ska, new waver, skinhead, grunge, psychobilly, mod, metallari, gothic, emo, ecc.

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Stivaletti da lavoro

Accomunabili a queste calzature ci sono i Work-Boots, popolarissimi negli anni ’80 quando quelli prodotti dalla Timberland facevano parte del look dei paninari.

Anfibi, e Work-boots sono calzature adatte a chi svolge un lavoro pesante che necessita di stabilità e aderenza al terreno come operaio in fabbrica o in cantiere, minatore, agricoltore, addetto alle manutenzioni etc.

Sandali.

Una diatriba che ho sentito trattava la possibilità di portare o meno i calzini con i sandali (sigh!), domanda assolutamente superflua, visto che i sandali da uomo sono assolutamente da evitare!

Partiamo dai più orrendi i sandali del pescatore. Di incomparabile bruttezza racchiudono il piede e le dita in una gabbia formata da una serie di fasce intrecciate longitudinalmente, con la cinghia centrale che si trova lungo il collo del piede e si congiunge a una fascia trasversale regolabile, che chiude il sandalo con una fibbia. Il tallone può essere completamente chiuso o allacciato da una singola cinghia unita a croce. La versione in gomma, silicone o plastica trasparente detta Jelly sandals é stata inventata nel 1946 dal francese Jean Dauphant in risposta alla carenza di cuoio nel dopoguerra.

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Sandali da pescatore classici.

Un unico consiglio: come per i sandali con occhi, se avete superato i dieci anni d’età e non avete l’hobby della pesca dimenticate che sistono!

Il sandalo modello Birkenstock è lo spartano sandalo, che abbiamo contemplato con disgusto ai piedi dei Tedeschi per tanti anni, magari indossato con le calze!!! Poi dagli anni ’90 ha conquistato il mondo, per la comodità, la praticità, il gusto per l’orrido… A ciabatta o infradito, lo so che fanno tanto “alternativo” e intellettuale d’avanguardia, ma se non siete missionari in qualche caldo anfratto del mondo: evitatele!!!

Le infradito di pelle e cuoio oppure materiale sintetico sono da riservarsi alla zona spiaggia, alle camminate mattutine lungo mare, al relax in casa e a bordo piscina e …. nient’altro! Vietate in città. E, a meno che non facciate il bagnino di professione, vietatissime sul lavoro. Da evitare anche per la promenade serale nei luoghi di villeggiatura.

E stesso discorso  vale anche per sandali col velcro, zoccoli tipo scholl’s chiusi o aperti e ciabattoni modello crocs!!!

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