Storia del Cinema: Introduzione

L’uomo, fin dalla sua preistoria, ha sentito la necessità di rappresentare visivamente la realtà o la fantasia per fermare nel tempo e nella memoria, anche collettiva, un momento, un evento, un pensiero, un ricordo, per tramandare alle generazioni successive, per insegnare agli altri, per rappresentare un racconto, una storia veri o inventati, intrattenere un pubblico, rendere visivo il proprio credo religioso, per adorare, catechizzare, convertire… in pratica riprodurre il sogno, il pensiero umano fatti di immagini in movimento.

La grotta di Lascaux è stata soprannominata "Cappella Sistina del Paleolitico"
La Grotta di Lascaux è stata soprannominata “Cappella Sistina del Paleolitico”

Si pensi alle pitture e alle incisioni rupestri del Paleolitico, ai papiri egizi, al “Mito della caverna“, uno dei più famosi miti di Platone contenuto nel libro VII della Repubblica, alla Colonna Traiana, alla narrazioni per immagini di Giotto, Pier della Francesca e via dicendo.

Per soddisfare queste esigenze per migliaia d’anni l’uomo è ricorso a pittura e scultura, ma per quante fedeli e splendide, esse sono pur sempre statiche e limitate

Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi
Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi

Le prime forme teatrali si fanno risalire al V secolo a.C. e più precisamente alle rappresentazioni di Tespi, quindi anche se forme primitive di manifestazioni teatrali riconducibili a rappresentazioni di eventi e rituali erano già presenti in molte culture più antiche, la culla del teatro occidentale è stata la Grecia antica del V e VI sec. a.C.
Con il teatro nasce la possibilità di drammatizzare un racconto, una storia e renderli visivamente fruibili a un pubblico attraverso la recitazione, creando l’illusione e accendendo l’immedesimazione di attori e pubblico.
Ma anche il teatro nella meraviglia della sua finzione scenica è limitato, non permettendo di fermare l’attimo preciso oppure rendere l’illusione completa e ripeterli all’infinito uguali, immutati nel tempo e nello spazio.

Maschere del Teatro Greco
Maschere del Teatro Greco

Per giungere al cinema dovranno passare ancora oltre duemila anni e arrivare in piena rivoluzione industriale, percorrendo innumerevoli piccoli passi, che iniziano con Aristotele, che nel IV sec. a.C. faceva osservazioni sulle immagini prodotte dalla luce solare quando filtra per una piccola apertura in un limitato ambiente oscurato (camera obscura), e arrivano ad una svolta decisiva, quando viene compreso, che l’occhio umano percepisce come un movimento una serie di immagini fisse diverse fra loro, ma riconducibili ad uno stessa azione, proiettate in successione alla velocità di almeno 16 fotogrammi al secondo (fenomeno della persistenza retinica).

Fenachistoscopio - attrazione che sfrutta la
Fenachistoscopio – attrazione basata sul fenomeno della persistenza retinica

Basilare per l’invenzione del cinema è stata la nascita della fotografia, a cui hanno contribuito in modo fondamentale gli esperimenti e la progettazione della camera oscura e e gli studi di prospettiva e ottica.

camera-oscura-pittura Esempio di utilizzo della camera oscura in campo pittorico.
Esempio di utilizzo della camera oscura in campo pittorico.

Se gli effetti e i giochi della luce hanno sollevato l’interesse dell’uomo sin dall’antichità, i primi significativi passi avanti nel concepimento della camera oscura risalgono al medioevo (XI sec.), con gli studi dello scienziato arabo Alhazen e le riflessioni del monaco inglese Ruggero Bacone.

Nel corso del ‘400 artisti e uomini di scienza cominciano a sviluppare grande interesse per gli studi di prospettiva e ottica e, in pieno Rinascimento, il genio Leonardo da Vinci si dedica, per primo in Europa, ad esperimenti con la camera oscura, tramite la quale sfrutta la possibilità di proiettare immagini dal vero su un foglio per poterle facilmente ricopiare.
Nel 1515 nel suo Codice Atlantico Leonardo descrive l’utilizzo e la struttura della camera oscura leonardiana, come un procedimento per disegnare edifici e paesaggi dal vero, che consiste nel creare una camera oscura, grande abbastanza per poterci lavorare dall’interno, con un un unico foro su una parete, sul quale è posta una lente regolabile: sulla parete opposta si proietta così un’immagine fedele e capovolta del paesaggio esterno, facile da ricopiare con estrema precisione su un foglio di carta appositamente appeso.
Lillian Schwartz, specialista in grafica della School of Visual Arts di New York sostiene inoltre, in una tesi comunque del tutto personale e non accertata, che Leonardo sperimentasse per imprimere immagini reali su tele di lino trattate con un’emulsione fotosensibile fatta probabilmente con albume d’uovo e gelatina.

Dettaglio delle vetrate della Sainte Chapelle di Parigi - se ne contano 15 di meravigliose, altissime vetrate sulle quale 1134 scene narrano la storia biblica dalla Creazione alla Crocifissione di Cristo
Dettaglio delle vetrate della Sainte Chapelle a Parigi – se ne contano 15 di meravigliose, altissime vetrate sulle quale 1134 scene narrano la storia biblica dalla Creazione alla Crocifissione di Cristo

Tra il finire del 1600 e l’inizio del 1700 Isaac Newton studia la dispersione ottica di un raggio di luce solare che attraversa un prisma di vetro e si scompone nei vari colori.

Nel XVII secolo incominciano ad annoverarsi tra le curiosità e le attrazioni  i primi dispositivi e strumenti ottici atti alla proiezione di immagini e alla creazione del movimento illusorio, soprattutto a scopo di intrattenimento, come la lanterna magica e mondonuovo, annoverati tra gli apparecchi del precinema.

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